Veterinario e poi scrittore, passando per il teatro. La poliedrica vita di Ivano Scorzato

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Veterinario e scrittore di romanzi gialli. Con, nel mezzo, una carriera come sceneggiatore teatrale. La biografia di Ivano Scorzato è un condensato di tutte queste esperienze di vita. Un personaggio eclettico, che Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel hanno avuto il piacere di avere come ospite ai microfoni della rubrica di Radio Eco Vicentino “Parlami di Te“. Nativo di Schio, Ivano desiderava fare un lavoro che gli desse la possibilità di curare gli altri. “Ma – confida -, dal momento che non mi piacciono molto le persone e preferisco gli animali, ho pensato di dedicarmi alla cura di questi ultimi. È una scelta della quale sono sempre stato soddisfatto“.

Laureatosi in Veterinaria all’Università di Parma, per i primi otto anni esercita la libera professione, lavorando principalmente con le vacche da latte nelle aziende agricole. “Poi, nel 1987, ho partecipato ad un bando di concorso che mi ha portato a dedicarmi a cose un po’ diverse. Se prima mi occupavo solo degli animali, in seguito mi sono trovato a curare indirettamente anche le persone. E questo perché ero incaricato di verificare la salubrità degli alimenti di origine animale“.

Con il passare degli anni – prosegue – mi sto spostando verso un consumo di carne più intelligente e moderato. Dal punto di vista etico, secondo me, è importante mangiare meno alimenti che derivano dall’uccisione di un animale. Non bisogna dimenticare che l’allevamento intensivo è fonte di problemi di carattere ambientale. Inoltre vi è anche una questione relativa al benessere dell’animale stesso. E gli allevatori stanno iniziando a porsi delle domande a riguardo“.

Dalle stalle alle analisi, e dalle analisi alla pet therapy. Nei suoi ultimi dieci anni di lavoro, infatti, Ivano ha operato presso l’apposito centro creato dall’Ulss 7. “Ho fatto il veterinario presso questa struttura, che ho anche diretto per 7-8 anni. Mi occupavo prevalentemente della valutazione sanitaria e comportamentale degli animali che venivano coinvolti in questo progetto. Dovevano essere assolutamente sani, in modo da non trasmettere malattie alle persone con problemi di salute, e abituati a stare in determinati contesti come le scuole e gli ospedali“.

Come si diceva, però, Ivano coltiva anche una passione per la scrittura. “Ho iniziato a dedicarmici in maniera seria negli anni Novanta. All’epoca misi per iscritto quattro commedie teatrali. La prima è stata una rivisitazione di ‘La bella addormentata nel bosco’, portata in scena da soli veterinari. Colleghi che volevano semplicemente prendersi del tempo per stare assieme al di fuori dell’ambiente di lavoro e fare qualcosa di divertente per se stessi e gli altri. Di quelle quattro sceneggiature, poi, ne abbiamo rappresentate altre due e abbiamo avuto un buon successo di pubblico, sia in Veneto che fuori“.

La svolta verso la scrittura di libri – continua – è maturata in seguito allo scioglimento della compagnia teatrale. Io però avevo ancora voglia di fare qualcosa, di mettermi in gioco. Nel periodo in cui ho deciso di intraprendere questo percorso stavo ripensando al mio primo lavoro come veterinario condotto a Calvene. In quel paese si respirava un’atmosfera contadina risalente a cinquant’anni prima. Mi sono innamorato talmente tanto di quella cultura e di quelle persone che ho sempre desiderato ricambiare l’affetto che avevo ricevuto“. Affascinato da un contesto che vedeva scomparire, Ivano decide quindi di dare il suo contributo nel lasciare una traccia di questa realtà contadina. “Ho scritto un romanzo giallo, ‘I segreti di Prà del Giglio‘, che è ambientato in quel contesto. Il racconto si svolge proprio a Calvene, e i personaggi sono gli abitanti di Calvene“.

Dopo questo primo giallo, pubblicato nel 2021, la penna di Ivano non si è mica fermata. Il suo ultimo lavoro è “Che Guevara e il cadavere senza gambe“, fresco di stampa. “La storia – spiega l’autore – inizia con il ritrovamento, a Vicenza, di una gamba nelle acque del Bacchiglione. Per puro caso, il comandante dei Carabinieri di Schio si trova sul posto e decide di fare suo il caso, in ragione di alcune sue intuizioni. Entra in conflitto però, così facendo, con il comandante di Vicenza, il quale non gradisce i metodi di indagine fuori dagli schemi del suo sottoposto scledense“. Dopo quest’ultima fatica ci sono già altre opere in cantiere? “Sto mettendo insieme alcune idee, però è ancora troppo presto per parlarne“. Le premesse ci sono insomma. Chi vivrà vedrà, come si suol dire.

Gabriele Silvestri