Via da Schio per tre anni i conviventi bloccati in stazione dopo le truffe a due anziane
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Si stavano portando a casa oltre 20 mila euro in valori, tra contanti e monili di gioielleria, sottratti con l’inganno a persone fragili. Anziani di Trissino e Schio, raggirati con le solite “storielle” approfittando della loro bontà d’animo, al punto da convincerli a consegnare – a un uomo e una donna, tra loro risultano conviventi – tutto ciò che tenevano in casa allo scopo di aiutare un figlio o un parente in difficoltà, anche se solo presunta.
Una condotta spregevole, quella che quasi ogni giorno diventa fatto di cronaca, in quanto viene perpetrata sistematicamente ai danni di pensionati soli e spesso avanti con l’età. Con sistemi truffaldini, tra loro affini, messinscena fatte da affabulatori abili con le parole e la persuasione. Anche nei casi sopracitati, risalenti allo scorso 18 febbraio, approfittando delle condizioni di fragilità ed emotività di nonni e nonne ultraottantenni, depauperandoli di ciò che con parsimonia accantonano per vivere dignitosamente. Spregevole, quanto illecita.
Almeno, nei due casi recenti, la refurtiva è stata recuperata, grazie all’intervento dei militari dell’Arma in due momenti. Prima rilevando la targa dell’automobile utilizzata a Trissino, al mattino, dove erano stati sottratti con l’inganno a un’anziana donna del posto 1500 euro, e poi bloccando in stazione dei treni (di Schio) i fuggitivi, dopo il secondo colpo andato a segno. In questo caso assai più sostanzioso: erano stati preso in consegna, infatti, gioielli per un valore stimato in ventimila euro.
La coppia di furfanti oltre alla denuncia per le truffe in concorso di colpa, è stata “colpita” da un provvedimento di allontanamento dal Comune di Schio, della durata di tre anni. Se dovessero “rimettere piede” all’interno dei confini scledensi, certo commetterebbero un ulteriore reato, anche se appare chiaro che questa misura emessa dal Questore di Vicenza difficilmente basterà per scoraggiarli da compiere altri atti illeciti analoghi. Purtroppo non sono stati resi noti dalla Questura età, provenienza, residenza e altre informazioni utili per risalire all’identità dei due denunciati, tra loro conviventi.
A intervenire “sul campo” lo scorso 18 febbraio, per acciuffare i due delinquenti, sono stati i militari dell’Arma della Radiomobile della Compagnia di Schio e i colleghi Carabinieri della stazione di Arsiero. “I monili in oro sono stati recuperati in parte a bordo dell’autovettura fermata – si legge nel report -, con a bordo la donna ed in parte a bordo del treno dove è stato l’uomo. In entrambi i casi , le persone individuate erano riuscite a farsi consegnare i gioielli da due anziane donne, contattandole primariamente telefonicamente, momento in cui l’interlocutore fingendo di essere appartenente all’Arma dei Carabinieri in servizio nella Provincia di Vicenza, ha dichiarato alle vittime che i rispettivi familiari erano stati coinvolti in incidenti per cui era necessario reperire denaro o in alternativa gioielli/monili in oro per evitare loro conseguenze peggiori. Nonché presentandosi successivamente a Trissino prima e a Schio dopo, presso le rispettive abitazioni delle vittime”.