Il sogno di Sonia: ieri il gol in serie A cinque anni dopo il linfoma
Gol di Facino, alla faccia di tutti. Di qualcuno, anzi di qualcosa, per primo. Alla faccia della malattia, di quel linfoma di Hodgkin che poco meno di cinque anni fa le fece slacciare le amate e sgargianti scarpette da calcio a 5 e riporle nel borsone, chissà per quanto. Sospendere a tempo indeterminato la sua vita, per curarsi, per salvarsi. E per poi tornare se stessa come donna migliore, e perchè no anche atleta. Smaniosa di calciare un pallone. Ieri Sonia Facino, esperta bomber del futsal femminile, ha “spuntato” un altro dei sogni su cui fantasticava nel 2013, tra una “chemio” e l’altra: dopo il ritorno ad allenarsi, alle partite ufficiali, al gol da attaccante di razza, è arrivato anche quello di esultare dopo aver gonfiato la rete nel (vero) campionato nazionale di serie A, dove ogni domenica affronta e si confronta con le star mondiali di uno sport che l’ha fatta crescere e vivere grandi emozioni.
Come domenica pomeriggio, quando Sonia – giocatrice padovana di residenza ma in forza al Real Grisignano – gioca d’anticipo e mette la zampata di rapina che vale il 5-0 sul Rambla Woman, apponendo il suo graffio tra le grandi firme di serie A. Un guizzo da… ventenne, si conviene con un sorriso. Alla faccia non solo di quel linfoma battuto dopo la partita più imprevedibile della sua carriera, durata sei mesi di chemioterapia e due di radioterapia, ma anche della carta d’identità. Dei 39 anni compiuti con mirino puntato sui quaranta, una delle giocatrici più longeve in categoria. “Ho razionalizzato un po’ dopo cosa potesse significare per me quel gol – ci confida alla richiesta di raccontarci lo stato d’animo dopo l’abbraccio delle compagne -, solo nella serata di ieri prima di andare a dormire. Il pensiero è andato indietro a quei mesi in cui mi chiedevo se mai sarei tornata a giocare”.
A gennaio 2013, nel cuore della stagione – ai tempi militava alla Thienese in serie C – un linfonodo si gonfia, il suo fisico fa le bizze e tutto corre veloce. Chi non può più correre è proprio lei, uno dei punti di forza della sua squadra, già matura ma nel pieno della sua attività sportiva. Costretta a cambiare campo di gioco, di battaglia. Costretta a vincere.
Non mancano l’aiuto e il sostegno delle compagne di passione per quel calvario terapeutico durato 8/9 mesi, oltre ai familiari e agli amici di una vita. Poi, gradualmente, la speranza si tramuta in realtà, in vita normale e si traduce in forza d’animo per riprendersi tutto ciò che aveva lasciato “in sospeso”. Anche la sua vita da atleta.
Dopo un anno e spiccioli torna la palestra, i primi allenamenti e un paio di convocazioni per (ri)vivere in prima linea le emozioni del campo dalla panchina. Trascorrono i mesi, pian piano la forma fisica torna accettabile e a novembre 2014 Sonia Facino rientra ufficialmente in pista, sul parquet del Palagoldoni a Vicenza nel corso di un derby tra due squadre vicentine nell’allora serie A sì, ma interregionale, lontana parente di quella attuale costellata di campionesse della disciplina. Da lì la carriera da protagonista magicamente riprende, torna il fare il pivot di ruolo, correre, sudare, segnare, aiutare le compagne fino ad approdare a Grisignano per rimettersi in gioco.
“La stagione scorsa in particolare è stata entusiasmante, con la promozione conquistata ai playoff. Siamo arrivate in alto, e volevo godermelo fino in fondo questo palcoscenico. Titubanza? In estate assolutamente no, le convinzione era fortissima e mi ha permesso di scavalcarla all’inizio della nuova annata, quando la fatica di un impegno enorme come questo qualche dubbio me lo ha fatto venire”. Sonia non poteva fermarsi, ora, ad un passo dal compiere l’ennesimo step, iniziato dal semplice riallacciarsi le scarpe a suola liscia in un palasport e arrivato al gol fresco di vernice.
Il prossimo sogno? “Sarebbe bello concludere con la salvezza in campionato della mia squadra, oggi come oggi potrei dire che a fine stagione mi fermerò ma vero che me lo sentono affermare ogni anno e poi cambio idea, vedremo”.