Tra calcio, chitarra e il Menti un coro di voci per il saluto a Franco: compose l’inno del “Lane”
Ha toccato le corde dei cuori biancorossi per quasi 50 anni toccando le corde della chitarra compagna inseparabile sia nelle partite dello Stadio Menti che nelle trasferte. L’autore delle note e delle parole che compongono l’inno del Vicenza, Franco Barbieri, è salito più in alto delle voci dei tifosi della curva nei giorni scorsi, all’età di 90 anni. Era della classe 1933.
Thienese, autodidatta per la musica, da meccanico di professione con esperienze di lavoro all’estero in gioventù (in Svizzera) Franco si era costruito una carriera parallela grazie alle due sue intime passioni più coinvolgenti: quella per il pallone e per il “Lanerossi” in un tutt’uno, e quella appunto per il canto e la melodia. Oltre che a Thiene e nell’ambito del calcio vicentino, in tanti lo ricordano a Marano, dove ha lavorato a lungo in passato.
Porta proprio la sua firma quell’inno che decine di migliaia di tifosi e appassionati dei colori biancorossi cantano da dieci lustri a squarciagola allo stadio, o lo “canticchiano” sottovoce quando pensano alla squadra del cuore. Fu composto nel 1976, di ritorno – in treno – da una trasferta a Genova, dopo una partita giocata da un Vicenza alla genesi degli anni d’oro che di lì a poco lo portarono a laurearsi (titolo platonico) vicecampione d’Italia, trascinato dai gol a raffica di Paolo Rossi e dai tifosi, appunto, del Lanerossi Vicenza. E’ stato storico iscritto del Club Biancorosso di Thiene.
Nato e cresciuto a Thiene, Franco Barbieri saluterà dall’alto tutti coloro che lo hanno amato e apprezzato in vita dopodomani, venerdì 20 settembre, nella chiesa del quartiere Conca nelle stessa città altovicentina. La cerimonia si terrà nel pomeriggio, dalle 15.30. Se la sua anima due giorni fa è volata silenziosamente in cielo, c’è invece da scommettere che in terra la canzone, sia nella versione originale in italiano che si apriva con il miagolio di un gatto e la tromba che in quella poi “rivisitata” con inserti in dialetto veneto, sarà cantata ancora più forte dalle anime biancorosse che incitano i beniamini del pallone.
E a lungo, è garantito, come e più dei 48 anni “compiuti” dall’inno di Barbieri, inciso sui dischi in vinile e regalato agli abbonati a quei tempi, ora un cimelio di un calcio amarcord. Per realizzarlo, ai tempi, fecero una colletta in cinque, andando poi fino a Legnago (Verona) per incidere il brano. Quasi per scherzo. Non fu l’unico testo composto dal musicista, ma quello che un po’ tutti i vicentini conoscono, di sicuro il più famoso.
Il “Franco biancorosso” avrebbe compiuto 91 anni il prossimo mese di dicembre. Fino a un paio di anni fa si esibiva ancora con la solita verve accompagnando alla voce le note della sua amica inseparabile, la chitarra. Sulle pagine ufficiali web del L.R. Vicenza un posto in suo omaggio, e in tanti offrono in queste ore tristi un pensiero di vicinanza ai familiari del compianto e simpaticissimo musicista per passione.