Trans d’Havet, arrivo a braccetto per due nella Ultra. Tutti i vincitori delle tre corse trail

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I vincitori della 80 km insieme a Enrico Pollini, direttore di gara

L’assalto (a piedi) alle Piccole Dolomiti ha decretato i vincitori dell’edizione 2024 della Trans d’Havet. Non sono stati in sei, come da tradizione, tenendo in considerazione le tre diverse distanze al maschile e al femminile, ma uno in più, in virtù della linea del traguardo tagliata a braccetto da Affolati e Bassi nella gara regina degli 80 chilometri. Non un inedito assoluto ma in ogni caso un evento nell’evento sportivo che ha coinvolto dalla mezzanotte di venerdì sera (partenza dal centro di Piovene Rocchette per la corsa Ultra) al pomeriggio di sabato (arrivi a Valdagno anche per la 42 km e la 24 Half Marathon) ben 830 atleti, dei quali circa 150 donne.

Una triplice corsa trail che ha segnato un nuovo record di iscritti (il secondo consecutivo), un parterre di atleti di alto livello e anche una partecipazione di runners locali in costante crescita. Tra i vincitori, oltre alla coppia già citata, trionfo per la quarta volta per Angella nella maratona alpina, per Zancarli in vetta al podio nella mezza. Tra le donne sono state sabato Valmassoi, Carolo e Signorini ad esultare per le rispettive vittorie.

Il successo più rimarcabile rimane però quello degli organizzatori e dello staff “infinito” di volontari impegnati sui tre percorsi notte e giorno – ben 450 distribuiti tra valli e monti per garantire sicurezza, primo soccorso e ristoro agli atleti -, con la TdH versione 2024 conclusa senza incidenti. E pure con la “benedizione” del meteo che si è limitato a qualche nuvola di passaggio “spazzata via” dall’agonismo e dall’entusiasmo di concorrenti e promotori. Con tanto tifo in quota e sullo sprint dei traguardi a Valdagno.
Ecco di seguito il racconto delle kermesse singole offerto dal comitato, con tempi e griglia dei migliori per ogni categoria di gara.

I due runners in fuga nella corsa Ultra affrontano una discesa (Affolati e Bassi)

TRANS D’HAVET ULTRA
La gara Ultra sulla lunghezza di 80 km e 5.500 di dislivello positivo parte come sempre alla mezzanotte da Piovene e subito vede scattare in avanti Simone Vigolo, tra i favoriti alla vigilia della gara, seguito da Mark Penna e da un gruppetto nelle retrovie con Affollati, Ferretto, Bassi e Basso che passano in questo ordine al Passo Xomo. Le Gallerie del Pasubio e le prime pendenze verso Campogrosso fanno però la prima selezione con Vigolo che prima rallenta e poi ammaina la bandiera per lasciare il passo agli arrembanti Nicola Bassi ed Enrico Basso. Alessandro Affollati, ancora non nel pieno mood riesce però a tallonarli da vicino, con i Ganassi Spallanzani e Ferretto. Ma è sul Boale dei Fondi che Affollati trova la giusta marcia, sale e si fa sotto e al Rifugio Fraccaroli è il primo a suonare la campanella della “Cima Coppi” davanti a Bassi e Basso. E con quest’ultimo che perdeva un po’ il passo, davanti Affollati e Bassi decidono di suonarsele a ripetizione in un testa a testa a dir poco mozzafiato. Giunti alla fine dei saliscendi che portano a Marana i due decidono allora di viaggiare insieme senza troppo infastidirsi e così, lanciate le discese ardite su Valdagno i due si presentano affiancati sul traguardo per prendersi a pari merito il gradino più alto del podio. Dietro di loro, a poco più di 9 minuti e mezzo chiude Enrico Basso. Nella gara femminile l’azzurra dello scialpinismo Martina Valmassoi era senza dubbio la prescelta dai pronostici e non ha deluso le attese tenendo testa a due dirette sfidanti del calibro di Irene Saggin e Nicol Guidolin. La bellunese non ha mai ceduto la testa della corsa, con la Saggin decisa a far sentire il fiato sul collo. Le due hanno appena 3’ di stacco al Passo Xomo, 5’ a Campogrosso, ma a quel punto la Valmassoi accelera e all’ultimo check point di Montefalcone il minutaggio era salito a 25’ di divario, con una certa tranquillità la via della finish line. Seconda una soddisfatta Irene Saggin e terza la triestina Nicol Guidolin.

Martina Valmassoi giunge prima a Valdagno nella 80 Km

RECOARO MARATHON (42 km)
Sembrava invece scritta in partenza la gara sulla lunghezza di 42 km e 2.700 metri di dislivello con un Diego Angella in gran spolvero che fin dalla partenza ha messo lo sguardo ben dritto davanti a sé e con buona probabilità non si è più voltato a guardarsi le spalle. Accelera subito e si mette in testa per fare l’andatura, per la serie “chi mi ama, mi segua”, a cui solo Andrea Pozzer e Daniele Di Ceglie sembrano voler provare a rispondere. I due, tuttavia, non riescono ad impensierire il bresciano per segnare la sua quarta vittoria consecutiva in questa competizione. Dietro chiudono nell’ordine Di Ceglie e poi Pozzer.
Nella gara femminile è Sabrina Roncaglia a dare l’impressione di volersi prendere il titolo 2024, ma non fa i conti con Maddalena Carolo e l’olandese Marjelle Coppers. La Carolo spinge sul vertical che sale allo Chalet Montefalcone e si mette davanti e lì ci resta fino in fondo, per prendersi la medaglia d’oro davanti proprio alla Roncaglia e ad una più arretrata Coppers.

Diego Angella al traguardo, dopo la maratona praticamente corsa in solitaria
Maddalena Carolo stanca ma felice all’arrivo dei 42 km

MONTEFALCONE HALF MARATHON
La “corta” di casa Trans d’Havet è una corsa energica, con i giusti dislivelli, 1.500 spalmati nei suoi 24 km che da Recoaro Terme salgono a Recoaro Mille, al Passo di Rodecche per poi intercettare nel finale anche gli altri due tracciati maggiori. Qui è il veronese Mirko Zancarli a fare da regista, facendo vedere i fanali di coda al francese Girard Gregory Renaud e a Fabio Mocellin sulle pendenze del Rodecche. Nelle retrovie però scaldano nel frattempo i motori anche Giosuè De Franceschi e Mirko Marchi che sotto i cui contraccolpi a cedere è proprio il transalpino Girard che chiude quinto. Zancarli tiene duro e si presenta davanti a tutti al taglio del traguardo, con Mocellin che agguanta un secondo posto e Giosuè De Franceschi che chiude e sigilla il podio maschile. Tentativi di testa a testa, invece, nella gara rosa con la triade di vicentine decise a darsi battaglia: Gaia Signorini, Veronica Maran e Martina Rigoni. La Signorini però sembra avere quel giusto boost in più che le permette di stare là davanti a sollevare la polvere. Le tre chiudono nell’esatto ordine, con la Maran ad appena 2 minuti, mentre per la Rigoni il divario finale sarà di 25 minuti.

Mirko Zancarli fa sua la vittoria nell’Half Montefalcone
Gaia Signorini completa il settebello di trionfatori