Messaggi dal cuore: Luca e Pietro testimoni del ritorno alla vita insieme agli amici del “Moro”
Quello di Luca Cracco è un racconto di vita che, lui come ciascuno di noi, non si aspetta mai di vivere (verbo voluto) in prima persona. Il fatto che lo si apprenda proprio dalla viva – appunto – voce del 42enne di Sovizzo, è già di per sé la migliore notizia che ai microfoni di BreakPoint volentieri tocca a noi amplificare – insieme a Luca, Pietro, Romina e Silvia -, ad un anno da quella serata del 10 luglio 2023 in cui a Marola di Torri di Quartesolo, nel corso di una partita di un torneo estivo, un giovane papà vicentino è stato colpito da un arresto cardiaco. Quel “Luca si è bloccato” è una sberla di quattro parole che raggela ancor oggi, dodici mesi dopo.
C’è uno stacco tra la sua prima vita e quella successiva, presa per i capelli e ripresa in pratica una settimana dopo. Composto da qualche decina di secondi, forse un paio di minuti, che lui non riesce a ricordare. Se si fosse tardato anche solo qualche attimo in più, è più che probabile – lo dicono le statistiche – che questa vicenda oggi protagonista della puntata di BreakPoint non costituirebbe un esempio, una storia con lieto fine, un raggio di luce così significativi al punto da venire raccontati. Nessun “miracolato” (Luca), nessun “salvatore” (Pietro). Il primo non può ricordare quei concitati frangenti, si diceva, ma si scoprirà poi nemmeno le ore precedenti al malore, del tutto rimosse dal suo inconscio.
Ed è in questa “parentesi sospesa” che nasce un’amicizia nuova, generata dall’intervento di un giocatore avversario in quel momento in panchina, un giovane di poco più di 30 anni che si fa carico del primo soccorso. Facile chiamarlo oggi angelo custode, più difficile anche solo provare a immedesimarsi in lui che, va subito specificato, non era affatto soccorritore di professione. Ed è in questa parentesi che inizia la seconda chance di Luca: che conosce Pietro Pizzeghello pur senza vederlo né rendersene conto; che inizia quantomeno nelle premesse quella sua missione futura di sensibilizzazione e divulgazione di un messaggio di “vitale” importanza, insieme all’Associazione Morosini. Un’altra vita, appunto.
S’intrecciano così le storie di Piermario Morosini e Luca Cracco, accomunati da uno strappo subdolo, silente e improvviso quanto analogo che squarcia lo scorrere del tempo, dei giorni, delle rispettive esistenze. Due uomini, purtroppo per uno e per fortuna per l’altro, destinati ai poli opposti se si guarda agli effetti del malore di natura cardiaca che li ha colpiti in tempi – e dunque con esiti – differenti. Il 14 aprile del 2012 il “Moro”, ex calciatore del Vicenza, è morto in un campo di calcio, durante una partita in diretta tv, nello stadio di Pescara. Dove, anche se non spetta a noi dirlo, forse non si fece davvero il “tutto per tutto” per salvarlo. Il 10 luglio 2023 Luca, invece, è rinato, dopo aver affrontato il coma indotto dai medici del San Bortolo nei giorni successivi. Poi, una settimana dopo, occhi che si riaprono, la presa di coscienza di quanto gli era accaduto, la consapevolezza di aver dribblato un avversario fuori portata se non si fosse materializzato un assist da “fuori”, ma da vicino, e subito: in buona sostanza alla corretta applicazione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, poi al fatto che intorno a lui ci fosse qualcuno capace di praticarle, ed ecco “il Pietro”, infine alla presenza e l’uso di un apparecchio defibrillatore semiautomatico. Un doppio assist conferito da formazione e strumentazione, insomma tramutatosi in quanto di più prezioso esista al mondo.
Per approfondire meglio la vicenda e cosa è accaduto minuto per minuto, anzi secondo per secondo, in quella serata di luglio, e per conoscere attraverso le belle e coinvolgenti voci di Romina Contarato e Silvia Ferrari, è d’obbligo allora ascoltare ogni istante della puntata della trasmissione settimanale di Radio Eco Vicentino che si occupa di sport, di persone e di storie di sport. E in cui quando si parla di “assist”, siamo sempre in prima linea. Come quello offerto da Pietro a Luca, in cui c’è la passione per il pallone a fare da sfondo, e che costituisce proprio uno degli ambiti principali (oltre a quello scolastico, ad esempio, dove l’Associazione dedicata al “Moro” è attivissima) dove si può e si deve progressivamente fare di più in termini di divulgazione e formazione, con o senza virgolette.