Calcio, ripartenza in tono minore. Lo 0-0 tra Juventus e Milan regala ai bianconeri la finale di Coppa Italia
Il calcio italiano dopo ben tre mesi di stop causa emergenza coronavirus, è ripartito con la prima semifinale di ritorno di Coppa Italia: Juventus-Milan 0-0 nel desolante deserto dell’Allianz Stadium e bianconeri in finale in virtù dell’1-1 ottenuto all’andata a San Siro il 13 febbraio scorso; perchè, nelle sfide di coppa a parità di gol segnati, quelli fatti in trasferta valgono doppio e spesso incidono sulla qualificazione.
Ma francamente, la cosa più bella ed emozionante della serata è stato il minuto di raccoglimento osservato prima del fischio d’inizio per commemorare le oltre 30.000 vittime italiane del Covid-19 e onorare medici e infermieri che sono stati in prima linea.
Uno scenario commovente, da brividi. Le luci dello Stadium spente, occhio di bue da teatro sul centro del campo di Torino, i giocatori disposti in cerchio insieme all’arbito Orsato e ai suoi assistenti. Al centro del terreno di gioco, la scena è tutta per un medico, un’infermiera e un’operatrice socio-sanitaria, che al termine del minuto di silenzio ricevono l’applauso vibrante e sincero dei protagonisti e di chi era ai bordi del campo o sulle due panchine. Il mitico telecronista Bruno Pizzul avrebbe chiosato con il suo classico: “Tutto molto bello”.
Bentornato calcio, bentornata vita dopo troppo dolore. Bentornati anche rigori, pali, Var e polemiche. Peccato non poter dare il bentornato ai gol. Verranno sicuramente nelle prossime sfide di campionato e di Coppa Italia. A proposito, al San Paolo, sabato sera alle 21 è in programma l’altra semifinale di ritorno: Napoli-Inter. Si ripartirà dall’1-0 con cui i partenopei il 12 febbraio sbancarono il Meazza nerazzurro, gol di Fabian Ruiz. Il Napoli insomma può ritrovare Sarri da avversario nella finalissima dell’Olimpico prevista per il 17 giugno.
La partita: emozioni vere solo nei primi 45 minuti di gioco. E’ chiaro che tre mesi di stop, fatto unico nella storia del calcio, pesano come un macigno sulla forma psico-fisica dei giocatori. Questa ripartenza anomala e per certi versi surreale, è molto più difficile per gli atleti rispetto a una normale ripresa dopo la tradizionale pausa estiva. La Juve comunque parte a razzo e per oltre mezz’ora domina un Milan spaesato e privo di tecnica. La squadra di Pioli messa all’angolo non riesce a superare la metà campo.
Var, rigore sbagliato da Cristiano Ronaldo e cartellino rosso per Rebic: tutto in poco più di un quarto d’ora. Netto e ingenuo fallo di mano in area di Andrea Conti. Il gesto sfugge al direttore di gara ma non al Var Gianluca Aureliano che richiama l’attenzione di Orsato. Il fischietto veneto va a rivedere l’episodio al monitor e assegna il penalty. Sul dischetto si presenta lo specialista CR7: sembra destino che il primo gol post-Covid debba segnarlo il più forte calciatore della Serie A, e invece Ronaldo colpisce il palo interno con un rasoterra angolatissimo. Passano pochi secondi e al 17′ arriva la follia di Rebic: entrata alla Bruce Lee su Danilo e rosso diretto per l’attaccante croato.
L’espulsione paradossalmente rianima il Milan, ma da quel momento la gara si spegne. Non c’è più nulla da segnare sul tabellino del match, fatta eccezione per le 4 sostituzioni effettuate da Sarri in casa juventina e le 5 di Pioli sul fronte milanista. Un’altra novità, un’altro cambio in corsa del regolamento di questa anomala ripartenza. Invece, dei classici 3 cambi, infatti, adesso se ne possono fare 5 a testa in 3 diverse finestre nell’arco dei 90 minuti. Un modo per consentire alle squadre di ruotare gli uomini in questo tour de force estivo che peraltro rischia di aumentare il numero degli infortuni. Purtroppo, il calcio violentato e stravolto dal coronavirus è anche questo.