Caso Clostebol, Sinner si accorda con la Wada: 3 mesi di squalifica

Jannik Sinner si ferma in semifinale
Il caso Clostebol si chiude prima di arrivare davanti al Tas. Jannik Sinner e la Wada hanno trovato un accordo per una squalifica di 3 mesi che – partita dallo scorso 9 febbraio – si concluderà il 4 maggio. L’altoatesino numero 1 al mondo salterà così 4 Master 1000: Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid. Ma potrebbe tornare in campo a Roma per gli Internazionali d’Italia che inizieranno, a Roma, il 7 maggio.

“Questo caso incombeva su di me ormai da quasi un anno e il processo era ancora in corso, si sarebbe arrivati a una conclusione forse solo a fine anno” ha commentato Sinner, spiegando: “Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e mi rendo conto che le rigide regole della Wada rappresentano una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l’offerta della Wada di risolvere questo procedimento sulla base di un accordo 3 mesi di sospensione”.

Si dice felice dell’esito dell’accordo tra le parti l’avvocato Jamie Singer: “Jannik può finalmente lasciarsi alle spalle questa straziante esperienza. La Wada ha confermato i fatti accertati dal Tribunale Indipendente. Questo è chiaro, Jannik non aveva alcuna intenzione, nessuna conoscenza dei fatti e non ha ottenuto alcun vantaggio competitivo. Purtroppo, gli errori commessi dai membri del suo team hanno portato a questa situazione”.

Sinner era risultato positivo a due controlli antidoping lo scorso marzo. Controlli che avevano evidenziato la presenza di Clostebol, uno steroide, nelle sue analisi. Il team Sinner aveva subito chiarito che si trattava di contaminazione dovuta all’uso di uno spray cicatrizzante da parte del suo fisioterapista, Naldi. L’Itia – l’agenzia internazionale sull’integrità nel tennis – aveva accettato e riconosciuto la contaminazione accidentale e ad agosto aveva punito Jannik togliendogli i punti di Indian Wells per la responsabilità oggettiva sul suo team. Nulla più. Alla Wada però quella sanzione non era sembrata giusta. E a novembre l’agenzia mondiale antidoping ha impugnato quella decisione portando di fatto la questione al Tas, il tribunale arbitrale dello sport di Losanna. Solo pochi giorni fa il portavoce della Wada aveva annunciato l’intenzione di chiedere al Tas “uno o due anni” per Sinner. Un rischio altissimo per l’azzurro che avrebbe perso il numero 1 e soprattutto un anno di carriera. L’accordo invece potrebbe permettergli addirittura di provare a inseguire ancora il Grande Slam.