Coppa Italia: trionfa l’Inter in una finale piena di emozioni. Juventus, zero titoli
Inter in paradiso, Juventus all’inferno. E’ questa la fotografia della finalissima di Coppa Italia andata in scena allo stadio Olimpico di Roma e vinta per 4-2 dai nerazzurri ai tempi supplementari, dopo il 2-2 maturato nei 90 minuti regolamentari. Una partita pazzesca, senza tregua, con emozioni e ribaltoni a raffica. Pertanto, dopo la Supercoppa, la compagine di Simone Inzaghi sfila alla Vecchia Signora anche la Coppa Italia.
La sconfitta sancisce il fallimento totale di Massimiliano Allegri al suo primo anno del mandato bis e della dirigenza bianconera. Per dirla alla Mourinho, “zero tituli” per Madama. Non accadeva da ben 11 anni. Due calci di rigore e un Perisic scatenato consentono all’Inter di alzare l’ottava Coppa Italia della sua storia. Un trofeo che l’Inter non vinceva dal 2011. E’ tornato nella bacheca della squadra milanese proprio in una gara in stile “pazza Inter”.
Nel primo tempo, nerazzurri in vantaggio con Barella e a lungo padroni del campo. Si va al riposo con i meneghini avanti per 1-0. A inizio ripresa, però, tutta un’altra Juventus. I bianconeri ribaltano il match con le reti di Alex Sandro e Vlahovic. L’Inter sembra al tappeto, Chiellini e compagni sfiorano il terzo gol. All’80’ il lampo che rianima gli interisti: il calcio di rigore trasformato da Calhanoglu.
Si va pertanto agli overtime dove si scatena il croato Perisic. Trasforma un altro rigore, stavolta segnalato dal Var all’arbitro Valeri, a seguire sfodera un eurogol che mette il punto esclamativo sulla partita. La gioia interista può esplodere: trionfo in Coppa Italia nel “Derby d’Italia” contro l’odiata Juve, e l’ipotesi “tripletino” che si rafforza; ma per completarlo serve lo scudetto.
Far west finale. Massimiliano Allegri, nervosissimo per il suo fallimento, prima ammonito poi espulso per reiterati battibecchi con la panchina nerazzurra. Insomma, i soliti veleni da “Derby d’Italia”. Ciliegina sulla torta: con oltre 170 Paesi collegati, questo match è stato un bellissimo spot per il rilancio internazionale del disastrato calcio italiano. Disastrato anche per bulimia e uso distorto della moviola in campo, nonché privo di regole certe, di istituzioni credibili e, come se non bastasse, munito di una giustizia sportiva fantasma.