Italvolley, delirio a Linate per il ritorno delle campionesse olimpiche. Sylla: “Siamo fuoco puro”
Sergio Mattarella riceverà al Quirinale anche gli azzurri che a Parigi si sono fermati a un passo dal podio olimpico. Ma loro, alla cerimonia di riconsegna del tricolore il 23 settembre, ci andranno col metallo più prezioso al collo: sono le ragazze d’oro guidate da Julio Velasco che, fresche di un trionfo storico a Parigi 2024, sono atterrate oggi a Linate accolte da una folla in delirio. Ad aspettarle c’erano centinaia di tifosi che hanno chiesto foto e autografi e celebrato un traguardo indimenticabile.
Tante le reazioni della squadra di fronte a questo calore, come quella di Myriam Sylla: “Siamo contente, orgogliose, abbiamo fatto comunque qualcosa di storico” dice la 29enne, autrice di 10 punti nella finale contro gli Stati Uniti che ha poi incoronato le azzurre come campionesse olimpiche. “Questo dà l’idea – aggiunge – un po’ fa capire cosa vuol dire questa medaglia qua. In questo torneo abbiamo dimostrato di essere le migliori al mondo. Di solito dico no, oggi diciamo sì”. Poi, commentando quell’emozionante scambio di medaglie con Anna Danesi, sul gradino alto del podio, dice: “Era un sogno che avevamo fin da bambine. Siamo fuoco puro”. La felicità non ha lasciato spazio al polverone alzatosi dopo le dichiarazioni di Roberto Vannacci sui tratti somatici di alcune giocatrici che “non rappresentano l’italianità”. Sylla, nata a Palermo da genitori ivoriani, è stata lapidaria: “Non so neanche cosa ha detto e sinceramente non mi interessa. Io ho questa medaglia al collo e ne vado fiera”.
Senza parole anche Alessia Orro: “Sono veramente contenta di vedere questa accoglienza, è un onore per noi e si vede che abbiamo fatto qualcosa di veramente grosso. Al collo sta molto bene la medaglia d’oro, è il sogno di ogni atleta ed è un orgoglio per tanti pallavolisti”.
“Non ci si abitua mai”. E’ il commento a caldo di Velasco. “Questo credo che sia l’inizio di un salto di qualità del movimento della pallavolo femminile che è importantissimo per quantità e qualità” dice il ct azzurro che non scioglie le riserve sul suo futuro: “Se resto dopo la vittoria di Parigi? Penso di sì, ho solo detto che la riflessione va fatta perché non sono un ragazzino”.