Juve, la Figc riapre l’inchiesta plusvalenze. Nel mirino anche altri 8 club
Davvero strana la giustizia sportiva di casa nostra: riapre un’inchiesta che aveva già archiviato solo perchè ora sullo stesso problema indaga, e con serietà, anche la giustizia ordinaria. La Procura Federale, infatti, ai sensi dell’articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva, ha chiesto la revocazione parziale della sentenza con cui la Corte Federale di Appello aveva assolto nel maggio scorso la Juventus e altri 9 club nel processo relativo alle plusvalenze di bilancio.
Il perchè di questa decisione. Alcune fonti sostengono che evidentemente, la Procura guidata da Giuseppe Chinè ha rinvenuto nella lettura dei documenti forniti dalla Procura di Torino, nuovi elementi in grado di far riaprire il caso. Quindi, senza le indagini dei magistrati torinesi, ancora una volta, un’indagine della giustizia sportiva sarebbe finita a tarallucci e vino. E l’elenco è lungo: a partire dalle violazioni fatte dalla Lazio di Lotito in tema di tamponi e Covid in piena pandemia.
I prossimi passaggi dell’inchiesta federale. La Corte adesso avrà 30 giorni di tempo per convocare l’udienza in cui la Procura chiederà nuove sanzioni non solo nei confronti della Juve, ma anche contro gli altri club coinvolti nel primo processo per presunte plusvalenze fittizie generate nelle operazioni di mercato con il club bianconero. Il 17 maggio scorso, i pilateschi giudici federali avevano assolto: Juventus, Napoli (per l’acquisto di Osimhen), Sampdoria, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara. Ora le rimettono tutte sotto inchiesta, tranne il Napoli a cui non vengono contestate “operazioni gonfiate” con Madama.
Nel mirino anche 52 dirigenti delle suddette società. E l’inchiesta potrebbe allargarsi ancora, visto che la Procura Federale ha aperto un nuovo fascicolo nei confronti della Vecchia Signora e di altre società che non comparivano nella prima indagine sportiva. Società che comunque hanno effettuato quelle operazioni di mercato con i bianconeri finite all’interno dell’inchiesta “Prisma”. Si apprende inoltre che dall’esame della prima indagine, sono emerse nuove condotte disciplinarmente rilevanti.
Il lavoro della giustizia ordinaria. I pubblici ministeri torinesi che hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente juventino Andrea Agnelli e di altri dirigenti bianconeri per false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e fatturazioni fittizie, hanno lavorato soprattutto sugli scambi di giocatori senza passaggio di denaro, oltre che sulle manovre degli stipendi. In particolare, per il filone plusvalenze, la Juve avrebbe sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni tra il 2018-19 e il 2020-21. Questo almeno fanno sapere i magistrati. Staremo a vedere come finirà.