Manovra stipendi: la Juve patteggia e se la cava con una multa
La giustizia sportiva continua a far discutere. Il Tribunale Federale, infatti, ha accettato il patteggiamento tra la Juventus e la Procura FIGC nell’ambito del procedimento relativo al secondo filone d’indagine: la manovra stipendi. E così i bianconeri se la cavano con un’ammenda da 718.240mila euro. Una multa da dividere tra club e dirigenti coinvolti; ovviamente, in base a questo accordo la Juve ha accettato di rinunciare a qualsiasi altro ricorso. In tal modo, passa in giudicato la sentenza sul -10 in campionato ricevuto per l’inchiesta plusvalenze. La penalizzazione in campionato resta e Madama il prossimo anno giocherà in Europa League o in Conference League: a meno che la UEFA non decida di escludere i bianconeri da tutte le Coppe europee. Stralciata, invece, la posizione di Andrea Agnelli, che dunque andrà a processo il 15 giugno prossimo.
Secondo molti c’è un aspetto ancora più grave: l’esultanza del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina per l’intesa raggiunta. Il numero uno della Figc, infatti, ha commentato: “C’è un momento per la verifica, l’accertamento e i giudizi, ma c’è anche un momento per decidere e guardare al futuro con maggior serenità, il tutto nel rispetto assoluto delle regole. Quest’ultimo atto è previsto dalle nostre norme, auspicabile e condiviso ed è il risultato più bello del calcio italiano per trovare un momento di serenità”. Il problema è che queste norme sono vetuste e superate come scriviamo da tempo. Vanno bene per il calcio degli anni 70 non per il calcio moderno.
Il comunicato della Juventus. Dopo la sentenza la Vecchia Signora in una nota scrive: “La Società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non). La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie)”.
Le multe agli altri dirigenti. Al netto della posizione di Andrea Agnelli, che ha deciso almeno al momento di non patteggiare, il Tribunale Federale ha accettato anche le altre sanzioni proposte nei confronti degli ex dirigenti juventini. In particolare: 47 mila euro di multa a Fabio Paratici, 35,25 mila euro per Pavel Nedved e 32,5 mila euro per Federico Cherubini. Multe anche per Cesare Gabasio (18,5 mila euro), Paolo Morganti (15 mila), Giovanni Manna (11,75 mila) e Stefano Braghin (10 mila).