Processo plusvalenze: caos totale. Juve penalizzata e campionato falsato
La giustizia sportiva italiana dopo aver toccato il fondo del barile ha iniziato a scavare. Ridicolo il balletto andato in scena fino a oggi in merito al processo alla Juventus per la questione plusvalenze. Diciamolo chiaramente, anzi ribadiamolo: la giustizia sportiva ha falsato questo campionato. Tutto inficiato: soprattutto la corsa ai posti per l’Europa. Ridicolo fare i processi in corso d’opera. Sarebbe stato meglio aspettare la fine del torneo e poi procedere decidendo se considerare retroattiva la penalizzazione oppure spostarla all’inizio della prossima stagione.
Ci voleva tanto a capire che in questo modo sarebbe stata alterata la regolarità della Serie A? D’altronde, lo scriviamo da tempo, questa giustizia sportiva è imbarazzante e necessita di essere riformata al più presto perchè così com’è oggi, è peggio di una giustizia da “Paese di Pulcinella” o da “Repubblica delle banane”. E il discorso non vale solo per il massimo campionato di calcio ma anche per Serie B e Serie C dove fioccano le penalizzazioni a stagione in corso. Scriviamo questo alla luce della nuova sentenza della Corte Federale d’Appello che per il caso plusvalenze nella giornata di lunedi 22 maggio, ha comminato alla Juventus 10 punti di penalizzazione.
Un balletto imbarazzante. Prima il -15 applicato subito facendo precipitare Madama al di sotto della zona Conference League. Un -15, però, arrivato tra vari vizi di forma che hanno spinto i giudici del Coni a rimandare indietro la decisione dei loro colleghi federali. Adesso, il nuovo provvedimento: 10 punti di penalità dopo che il capo della Procura della Federcalcio Giuseppe Chinè aveva chiesto 11 punti. In tutto questo è stata sbandierata ai quattro venti l’afflittività della sanzione: cioè una pena in grado di escludere la Juve dalla zona Champions. E soltanto 10 punti non sono per niente afflittivi visto che la squadra di Massimiliano Allegri, con tutta la penalizzazione, rimane ancora in corsa per il quarto posto occupato dal Milan.
Una sentenza peraltro arrivata pochi minuti prima del fischio d’inizio del posticipo Empoli-Juventus poi finito 4-1 per i toscani. In pratica, nonostante il -10, se i bianconeri avessero vinto al Castellani, adesso sarebbero a due soli punti dal Milan quarto in classifica; e domenica prossima è in programma Juventus-Milan. Anzi, nonostante la pesante sconfitta subita in Toscana, la Vecchia Signora è ancora in lizza per la zona Champions: con una vittoria contro il Diavolo, infatti, la Juve si porterebbe a -2 dai rossoneri a una giornata dal termine. Per la cronaca, l’altro posticipo Roma-Salernitana si è chiuso sul 2-2. E’ chiaro che il calcio giocato passa in secondo piano rispetto a certe storture italiche.
Senza dimenticare l’altra faccia della medaglia. Ma con quale stato d’animo i calciatori di Allegri hanno giocato fino a oggi consapevoli di una classifica solo virtuale? E ancora: era proprio necessario fissare la sentenza nel giorno stesso di una partita di campionato? Ammettiamolo: certe cose accadono solo in Italia. L’Italia, un Paese in cui fa acqua la giustizia ordinaria, figuriamoci quella sportiva. Una giustizia vetusta e inadeguata. Una giustizia improvvisata e resa cervellotica da mille cavilli.
Ma non è ancora finita, perchè il teatrino da montagne russe è destinato a continuare. Questo -10 d’altronde prevede ancora ricorsi e controricorsi perchè la Juventus non ci sta. Senza contare che è stata fissata per il 15 giugno prossimo l’udienza del secondo filone d’inchiesta: quello legato alle manovre stipendi, ai rapporti con gli agenti dei calciatori e alle partnership con altri club. Un processo con al centro altre presunte gravi irregolarità di bilancio; irregolarità che prefigurano la grave accusa di violazione del codice di lealtà sportiva e che dunque dovrebbero portare a pene ancor più pesanti per la Juventus.
Tornando alla sentenza della Corte Federale d’Appello, spicca anche il proscioglimento di 7 ex dirigenti juventini per i quali l’accusa aveva chiesto 8 mesi di inibizione. Il nome più importante della lista è quello di Pavel Nedved. Oltre a quelle contro l’ex calciatore, cadono anche le accuse nei confronti di: Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano. Restano invece le pesanti inibizioni per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, già passate in giudicato dopo il Collegio di Garanzia del Coni.
Chiudiamo ricordando che senza l’inchiesta “Prisma” dei magistrati di Torino, la Figc e i suoi strampalati organismi, avrebbero ancora una volta chiuso tutti e due gli occhi davanti alle irregolarità di bilancio. Non a caso il primo processo sul caso plusvalenze era terminato con il classico nulla di fatto all’italiana: tutti colpevoli, nessun colpevole. La Federcalcio è da troppo tempo ormai un “Moloch” che andrebbe azzerato e ricostruito dalle fondamenta. Quante ne abbiamo viste fino a oggi? Tante, troppe: dall’assoluzione della Lazio e di Lotito per il caso “tamponi Covid”, al mancato coinvolgimento di altri club nell’inchiesta plusvalenze. Tanto per citare due tra gli scandali più recenti. E’ proprio il caso di dire: sic transit gloria mundi. Così passa la gloria del mondo del calcio italiano.