Roma beffata ai rigori, l’Europa League va al Siviglia per la 7° volta
Nemmeno Josè Mourinho, lo Special One, è riuscito a cambiare la storia della Roma. Una storia costellata di beffe tra Serie A e Coppe europee. Si confidava sulla grande storia di Mou, che fino a oggi aveva vinto tutte e 5 le finali affrontate in precedenza tra Champions, Uefa-Europa League e Conference League, alla guida di Porto, Inter, Manchester United e della stessa Roma un anno fa in Conference.
Stavolta, nella finalissima di Budapest contro il Siviglia specialista dell’Europa League, la grande amarezza giallorossa è arrivata ai calci di rigore dopo che tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi sull’1-1. Più che una partita del calcio di oggi, è stata una gara d’altri tempi piena di scontri sul terreno di gioco e di principi di rissa tra calciatori e tra le due focose panchine con il tecnico degli andalusi Mendilibar e Mourinho spesso a muso duro tra loro a commento di alcune discutibili decisioni arbitrali.
Ecco, alla luce di quanto fatto vedere dalle due squadre, possiamo dire tranquillamente che il peggiore in campo è stato proprio l’arbitro inglese Taylor che si è fatto sfuggire di mano il match fin da subito con tante scelte sbagliate e ammonizioni distribuite praticamente solo ai romanisti. Il vantaggio giallorosso al 34′ aveva fatto ben sperare: peraltro un gol segnato da Paulo Dybala, in dubbio fino all’ultimo a causa di un problema alla caviglia e a uno stato di forma precario. La reazione del Siviglia è comunque veemente e culmina con un clamoroso palo colpito da Rakitic con un tiro dalla distanza.
Gli innesti dalla panchina danno linfa agli spagnoli che continuano a spingere forte. L’ex romanista Lamela e l’ex milanista Suso con i loro piedi buoni fanno aumentare la pressione del Siviglia, alzando, al tempo stesso, il tasso di qualità della compagine iberica. La Roma arretra tutta a difesa del fortino che cade con i primi cross dalle fasce. Su uno di questi al 55′ Mancini fa autogol per anticipare un avversario a due passi dalla porta. Tra recuperi mostruosi e tempi supplementari, Siviglia-Roma è stata la partita più lunga della storia del calcio con 146 minuti giocati e la snervante appendice dei tiri dal dischetto.
Roma sfortunata ai tiri di rigore. I giallorossi ci arrivano con tutti i rigoristi fuori. Tra i pali il marocchino Bonou vince nettamente la sfida con il portoghese Rui Patricio anche per le grandi parate fatte durante la partita. Sicuramente decisivo e tra i migliori in campo, se non il migliore in assoluto per i prodigiosi interventi su Abraham e Belotti da due passi. Poi alla lotteria dei rigori molto meglio del suo collega lusitano, decisamente più reattivo. Sono, però, gli errori di Mancini e Ibanez a condannare la Roma e a far alzare al Siviglia la sua 7° Coppa Uefa-Europa League. Se la Champions è il giardino di casa del Real Madrid, questa Coppa è il giardino di casa del Siviglia. In attesa delle finali di Inter in Coppa Campioni e Fiorentina in Conference League, sfuma subito il sogno di un fantastico tris di Coppe italiano.