Serie A, la Lazio batte anche la Juventus ed entra nella lotta scudetto
La 15° giornata di Serie A con l’incrocio tra le prime quattro della classifica, rende questo campionato di gran lunga più combattuto e interessante.
Prima sconfitta stagionale per la Juventus, battuta 3-1 all’Olimpico dall’inarrestabile Lazio che cala un magnifico settebello di vittorie consecutive mandando al tappeto anche i campioni d’Italia in carica.
La Juve conferma i soliti difetti: difende male e spreca troppo sotto porta. Poco sarrismo e tanta confusione. Sorride l’Inter, che ora ha due lunghezze di vantaggio sulla squadra di Sarri; ma attenzione perchè i biancocelesti con la vittoria di oggi, consolidano il terzo posto e si portano a -3 da Madama e a -5 dalla capolista, entrando di diritto nella lotta scudetto. La strada che porta al tricolore è ancora lunghissima, al momento però con Inter e Juve, bisogna considerare anche la Lazio.
Lazio-Juve è stata comunque una gara decisa dagli episodi, come accade spesso nel calcio. Parte meglio la Juventus che va in gol con un ritrovato Cristiano Ronaldo dopo una splendida azione sull’asse Dybala-Bentancur-CR7.
I bianconeri sfiorano il raddoppio e i padroni di casa pareggiano in chiusura di primo tempo: gran giocata di Luis Alberto, che mette sulla testa di Luis Felipe la palla dell’1-1. Nella ripresa, la Vecchia Signora si divora il 2-1 prima dell’episodio che decide la partita: espulsione di Cuadrado, decretata dal Var dopo che l’arbitro Fabbri aveva optato per il giallo in seguito al fallo da ultimo uomo del colombiano su Lazzari.
Con la Juve ridotta in 10, altro colpo di genio di un devastante Luis Alberto, palla a Milinkovic che stoppa da campione e batte Szczesny. Lo stesso portiere polacco tiene in vita gli ospiti parando un rigore al capocannoniere Immobile (fallo dello stesso portiere su Correa). Poi, nel recupero in contropiede arriva il sigillo finale di Caicedo.
A parte il piatto forte Lazio-Juventus, in questo sabato 7 dicembre sono andati in scena altri due importanti anticipi: Udinese-Napoli 1-1 e Atalanta-Verona 3-2. Dunque, il Napoli non sa più vincere: i partenopei non centrano i tre punti dal 19 ottobre scorso (2-0 al San Paolo contro il Verona). Da allora, in 7 giornate di campionato, per la squadra di Ancelotti 5 pareggi e 2 sconfitte. Un ruolino di marcia da retrocessione che fotografa alla perfezione il momento nero degli azzurri campani.
Il match della Dacia Arena di Udine. Per il Napoli solo un piccolissimo passo in avanti sul piano della volontà e dell’impegno. Per il resto, Insigne e compagni si confermano in crisi nera. In Friuli, sblocca il match Lasagna nel primo tempo, pareggia Zielinski nella ripresa. Un punto che non serve a nessuno: ma mentre l’Udinese di Luca Gotti (confermato in panchina dopo l’esonero di Tudor) muove la classifica in chiave salvezza, i partenopei non accorciano sulla zona Champions che resta lontana. Al termine Carlo Ancelotti, sempre più nella bufera, dichiara: “Non ho pensato alle dimissioni. Il Napoli non è una polveriera. Oggi ho visto una reazione positiva, sono ottimista e guardo avanti, ma serve la scintilla. Insigne? Non ha fatto bene, come altri. Gattuso al mio posto? Con Rino ci sentiamo sempre al telefono”.
Atalanta-Verona 3-2. Il sogno dell’allievo Juric di frenare il mestro Gasperini, sfuma soltanto al 94′, cioè quando alla fine mancano circa due minuti: l’Hellas in quel momento è in dieci per l’espulsione di Dawidowicz e si sta difendendo in trincea. Scherzo del destino, sono tre difensori della Dea a trovare il varco giusto per il 3-2 che consente ai nerazzurri di restare agganciati al treno Champions. Decisivi in sequenza: Palomino, Toloi e Djimsiti. E dire che il bel Verona era passato per due volte in vantaggio con Di Carmine. L’albanese completa il ribaltone dopo le reti di Malinovskyi e di Muriel su rigore, rilanciando le azioni bergamasche nella corsa all’Europa che conta.