“Dai piccoli racconti derivano grandi storie”. Parola di Tommaso Scanu, biografo aziendale

“Biografo” è un concetto che, apparentemente, non lascia spazio ad interpretazioni. La definizione che si ricava consultando i dizionari può essere resa così: colui che racconta la vita di una persona. Potrebbe essere altrimenti? Del resto, si penserà, solo di un essere vivente si può narrare la biografia. In realtà esiste una nuova figura professionale alla quale si può dare il nome di “biografo aziendale“. Suo compito, com’è facilmente intuibile, è quello di raccontare la “vita” di un’azienda. Nell’Alto Vicentino, territorio fortemente industrializzato, non poteva non emergere una tale attività. Avanguardista locale di questa innovativa professione è il giovane Tommaso Scanu.

Ventisette anni, maranese, Tommaso ha al suo attivo un percorso di studi che, di primo acchito, non indurrebbe a sospettare il suo attuale sbocco lavorativo. Con una laurea magistrale in Storia dell’Arte Medievale, ci si aspetterebbe tutt’altra destinazione. È pur vero del resto, come ha confermato ai microfoni di “Parlami di Te“, a Radio Eco Vicentino, che è fondamentale assecondare le proprie inclinazioni.

“Mi è sempre piaciuta la storia – racconta -. Ho scelto questo percorso di studi per pura passione. L’ho fatto soltanto per me stesso, come credo sia necessario in questi casi. Scegliere la facoltà è qualcosa di personale, ne va della propria salute sia mentale sia fisica. Studiare ciò che piace è una grande soddisfazione. Chi poi riesce a farne un lavoro è molto fortunato ma deve essere anche molto bravo”.
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Durante la sua esperienza universitaria, Tommaso è stato tirocinante presso l’Ufficio Cultura del Comune di Schio. E in tale veste si è reso protagonista di un’interessante e fortuita scoperta. “Nel corso dell’inventariazione dei beni della chiesa di san Francesco di Schio – spiega -, per puro caso ho scoperto una tela nascosta dietro ad un altare laterale. Si tratta della copia di un’opera di Sebastiano Ricci, la stessa che noi vediamo nella chiesa di san Vidal a Venezia, ed è un’Immacolata Concezione. Ne ho fatto l’argomento della tesi e le ho dato il nome di ‘velatio devotionis‘. Si tratta di una copertura che veniva calata per scoprire la statua della Madonna nei giorni mariani. E che poi veniva ritirata sù durante il periodo feriale, di modo da solenizzare la statua che era parte della devozione popolare”.

Messo da parte il Medioevo (“che comunque – assicura – ha un posto speciale nel mio cuore”), Tommaso adesso è biografo aziendale. Ma cosa signfica esercitare tale professione? “Giro da azienda ad azienda e scrivo la storia di queste realtà imprenditoriali. Fino ad ora ho avuto tre esperienze in aziende dell’Alto Vicentino, Ecozema, Costruzioni Meccaniche Sottoriva e Polidoro. Ne ho raccontato la storia partendo non soltanto dalla realtà industriale in senso stretto, ma anche da quelle che sono le persone e ovviamente il contesto, il territorio, che è parte integrante di questa storia”. È un lavoro che, comprensibilmente, richiede tempo. “Scherzando dico sempre a chi mi assume che il contratto dura nove mesi, e poi vado in maternità. Dopo il periodo di gestazione, viene prodotto il libro, che è un po’ il mio bambino”.

Esperienze, quelle vissute da Tommaso, che sono molto istruttive. Lo conferma lui stesso: “Tutto insegna – sottolinea -. Il racconto più insignificante, detto en passant, diventa il punto di partenza per raccontare una storia più importante”. Il giovane di Marano Vicentino non ha dubbi sull’importanza delle storia aziendale: “È parte del nostro quotidiano, e l’industria di Schio ne è la testimonianza più fervida. I denominatori comuni delle tre esperienze che ho vissuto sono il territorio e le persone. Il territorio non è solo il palcoscenico, ma è qualcosa di vivo, un attore protagonista. Tutto parte dal territorio e tutto parte dalle persone che in quel territorio vivono”.

“Insieme – prosegue – si danno man forte e si sostengono per creare una storia industriale. Che è piccolina, perché la storia industriale di quella data azienda è qualcosa di piccolo. La quale, però, incontra le grandi rotte della storia nazionale e internazionale”.

In conclusione, viene spontaneo chiedersi quali progetti abbia in serbo uno storico così peculiare come Tommaso. “Ne ho due – rivela -. Il primo riguarda l’alimentazione, come mangiavano a Schio le classi più agiate e soprattutto quelle più popolari, e come è cambiato questo costume. Il secondo progetto concerne vari testi sconosciuti sulla Schio del Sei-Settecento che mi piacerebbe ridare alle stampe. Perché sono cronache di una Schio che non c’è più. Una Schio d’ancien régime. Una Schio particolare, fatta di culti e di devozione”.

Gabriele Silvestri