La ricerca dei morti, il supporto ai vivi: l’impegno del Collettivo Rotte Balcaniche in Bulgaria

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

A otto anni di distanza, la realtà è innegabile: l’accordo sottoscritto nel 2016 tra Unione Europea e Turchia ha prodotto il risultato auspicato. Il grande flusso migratorio, le colonne di un’umanità in viaggio verso l’Europa a piedi attraverso i Balcani è stato interrotto, con la conseguente scomparsa di tale direttrice di transito dai radar dei media. Questo, però, non significa che la presenza di migranti nella penisola balcanica sia venuta meno, anzi: i viaggi della speranza di chi non si arrende al filo spinato continuano, alla spicciolata e fra indicibili sofferenze e persecuzioni.

Ne sanno qualcosa Giuseppe Pederzolli e Floriana Lamonato, membri del Collettivo Rotte Balcaniche che si occupa di portare aiuto ai migranti in transito nell’Est Europa e in particolare, negli ultimi mesi, al confine bulgaro. Ospiti di Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel, hanno portato la loro testimonianza ai microfoni della rubrica di Radio Eco Vicentino “Parlami di Te“.

Ascolta “L’impegno in Bulgaria del Collettivo Rotte Balcaniche” su Spreaker.

Il Collettivo nasce nel 2018 a Schio. “Nell’Alto Vicentino siamo una trentina di volontari – spiega Giuseppe -. Ne fanno parte, però, anche persone che vengono da Bologna, Torino, Venezia e Trieste, con le quali abbiamo unito le forze”. Come racconta Floriana: “Al principio andavamo ad aiutare una Ong spagnola che operava nel campo profughi di Lipa, in Bosnia Herzegovina, andato a fuoco nell’ inverno 2020, provocando una vera e propria crisi umanitaria. Presto ci siamo resi conto che potevamo essere un po’ complementari a loro, supportandoli nell’affrontare la questione igienica, portando in zona docce portatili”.

L’impegno al confine bulgaro

Poi la decisione di spostarsi in Bulgaria. “In Serbia abbiamo sentito parlare del dramma del confine bulgaro-turco, e quindi dall’estate scorsa abbiamo fatto le staffette nella città di Harmanli, vicino al confine con Turchia e Grecia. In Bulgaria ci sono dei grandi campi di contenimento e di detenzione. La questione docce è passata così in secondo piano: l’acqua nei campi c’è ma non è potabile e manca l’igiene. Abbiamo quindi iniziato a portare e distribuire acqua potabile e prodotti igienici”.

“Siamo stati i primi attivisti ad essere presenti in quel confine – rivela Giuseppe -. Però non siamo stati accolti bene dalla popolazione e dalle autorità: per il solo fatto di aver distribuito cibo e vestiti fuori dal campo siamo stati multati. In Bulgaria ci sono pochissimi gruppi per i diritti umani dei migranti, e molto piccoli”. Tra le attività del Collettivo ci sono la distribuzione di cibo e la presenza costante di un presidio medico. “Abbiamo tentato di portare percorsi di cura ma soprattutto vicinanza e momenti di gioco coi bambini”.

La ricerca delle persone scomparse

Il sodalizio scledense è anche impegnato nella ricerca delle persone scomparse. Spiega sempre Giuseppe: “Nel luglio 2023 una notte una persona all’interno del campo ci chiede aiuto per una donna incinta dispersa nel bosco con i suoi due bimbi. Abbiamo chiamato le forze dell’ordine e di soccorso locali, che però hanno ignorato la richiesta di aiuto. Siamo quindi usciti noi e li abbiamo trovati. Quando è arrivata, la polizia di frontiera ci ha identificato e arrestati”. “Le persone che passano il confine – dice Floriana – avrebbero il diritto di presentare domanda di asilo ed è illegale respingerle ma questo invece succede regolarmente e ci siamo resi conto che la nostra presenza impedisce questi respingimenti: siamo testimoni scomodi”.

Il recupero dei morti

L’attività a volte è particolarmente dura perchè si tratta di recuperare salme e dare loro, se possibile, un nome e dignità. “Il rischio di morte per i migranti è altissimo – spiega Giuseppe – e trovare una persona che sappiamo già dall’inizio essere deceduta significa ricongiungerla con la sua famiglia. La nostra azione più importante rimangono le operazioni di soccorso. Quest’estate ne abbiamo fatte quasi 50, salvando 220-230 persone“.

Questa sera martedì 10 dicembre al Cinema Campana di Marano Vicentino (ore 20,30) il Collettivo terrà una serata di restituzione e racconto dei percorsi futuri che si aprono.

 

Gabriele Silvestri