Addio a Gaetano, il Conte che stava tra la gente. “Thiene era il suo mondo”
La comunità di Thiene perde un’àncora salda con la sua storia passata, mentre la famiglia innamorata della stessa città lo saluta per sempre in una domenica di fine estate, con lucidi gli occhi ma lucido anche l’intento di conservarne l’esempio di vita. Si è spento ieri mattina all’ospedale di Santorso, dove si trovava in degenza in seguito a un intervento chirurgico, il Conte Gaetano di Thiene, 75 anni di età, padre di quattro figli (e nonno di 5 nipoti): sono i familiari loro ad annunciarlo, riuniti nel lutto improvviso. Ma pronti a raccogliere oggi l’eredità di insegnamenti insieme alle chiavi simboliche della dinastia dei nobili thienesi, le cui radici si fondano fin nel Medio Evo.
Sposato con Lavinia Caffarelli, l’adorata moglie conosciuta in gioventù a Roma, Gaetano lascia nel lutto i figli maschi Nicolò, Benedetto, Filippo e Ottavio, i loro congiunti e gli altri parenti raggiunti domenica dalla triste notizia della morte del “Conte tra la gente”. Già nel pomeriggio di martedì la solenne cerimonia di commiato.
Gaetano di Thiene, nato il 10 gennaio del 1949 proprio nella città altovicentina di cui ha sempre portato con orgoglio il nome, ha vissuto da bambino e ragazzo tra Londra, Madrid e Beirut in Libano seguendo gli spostamenti del padre Giangiacomo di Thiene (della classe 1908) nella carriera di diplomatico e di funzionario del Ministero degli Esteri. Da giovane si è divenuto adulto quindi a Roma, fino ai primi anni ’80 quando è maturata la decisione di stabilirsi definitivamente in Veneto, dove era nato. Tornando così a vivere a Thiene in quella dimora storica risalente al XV secolo, insieme a Lavinia e i due primogeniti Nicolò e Benedetto, per poi abbracciare la venuta al mondo di Filippo e Ottavio. Una residenza di famiglia per tutti qui chiamata “Il Castello di Thiene”, nei secoli passati nota come Palazzo Porto Colleoni. Per lui, Gaetano, una “casa nella sua vera casa”.
Alla professione svolta in ambito bancario egli ha nel tempo abbinato la cura della villa dalle fattezze di castello, aprendone le porte ai concittadini e a chi volesse visitare il gioiello e simbolo del passato e del presente della città. Lo si poteva incrociare a piedi in centro, scambiare con lui due parole praticamente ogni giorno, di fronte a un caffè in uno dei locali del Corso, oppure mentre si recava a prendere il pane o ancora passeggiando per le vie e le piazze della città, di cui conosceva ogni angolo, annotandosi cosa si poteva migliorare per rendere ancor più bella e confortevole Thiene. Tutto questo fino a quando un problema di salute lo ha costretto al ricovero (prima al San Bortolo e in un secondo momento al polo medico di Santorso) per affrontare con coraggio e fiducia un necessario quanto delicato intervento all’addome. Purtroppo, l’emergere di complicazioni ne ha minato la speranza di tornare in quello stesso castello dove tutti lo attendevano nei giorni scorsi. Fino all’amaro epilogo di ieri.
“Papà è sempre stato un esempio da seguire e un punto di riferimento. E di certo lo sarà ancora da qui in avanti – spiegano i due figli maggiori, Nicolò e Benedetto, di 48 e 44 anni (i più giovani Filippo e Ottavio hanno 33 e 31 anni) -. Eravamo speranzosi che l’operazione fosse andata bene, ma le complicanze emerse in seguito hanno portato al deterioramento delle condizioni di salute di nostro padre negli ultimi giorni, fino al decesso avvenuto domenica in ospedale. Oggi noi figli lo ricordiamo come figura centrale nella vita e nella crescita di ciascuno di noi: una persona per bene prima di tutto, e di grande dignità”.
Il funerale sarà celebrato martedì 10 settembre alle 15 nella chiesetta rossa della Natività di Maria, nel cuore di Thiene. “Uno dei suoi tanti insegnamenti che conserveremo sempre nel cuore è la sua capacità di trasmettere i valori senza mai imporli, ci ha sempre lasciati liberi di fare ciò che ritenevamo giusto in ogni momento. Questa sua mentalità aperta, forgiata nelle sue esperienze di vita all’estero seguendo nostro nonno diplomatico e ambasciatore, lo ha reso prima di tutto un uomo libero – così lo ricordano ancora i figli -senza dimenticare mai le sue radici. A Thiene era nato e proprio questo amore per la città, dimostrato dalla scelta non facile di trasferirsi con tutta la famiglia da Roma al Veneto, lo ha testimoniato giorno per giorno: Thiene era casa sua, il suo mondo, la sua gioia“.