“Addio Samu, ragazzo speciale”. Tutto un paese in lacrime
Il dolore composto del padre, delle madre, di parenti e amici e tutto un paese accorso per dare l’ultimo saluto a lui e sostenere la sua famiglia. Tutta Arsiero questo pomeriggio si è stretta, dentro e fuori dalla chiesa parrocchiale, attorno ai familiari di Samuele Meneghini, il ragazzino dodicenne morto in Patronato “Don Bosco” giovedì scorso a causa di un malore, forse un arresto cardiocircolatorio, mentre giocava a calcio con gli amici.
“Samuele ha già fatto un miracolo – ha sottolineato il parroco don Paolo Zampiva durante l’omelia del funerale – ha trascinato qui in questi giorni tanti ragazzi e tanti genitori, ho sentito tanta vicinanza l’un l’altro in paese. Dobbiamo dire si alla vita, anche se qualche volta è davvero dura, perché la vita ha sempre l’ultima parola”. Il parroco ha avuto parole di gratitudine anche per i soccorritori: “Grazie agli operatori del Suem e a Jessica (la mamma intervenuta con le prime manovre rianimatorie, ndr), che hanno tentato l’impossibile. Ho visto i volti del medico e dell’infermiera quando hanno lasciato il patronato, avevano lo sguardo di chi ha perso una battaglia”.
Gli amici di scuola gli hanno dedicato la canzone, suonata con le chitarre, “I wish you were here” dei Pink Floyd, e un ricordo lo hanno voluto dare anche i suoi compagni della 2A della scuola media “Marocco” (“La classe con il tuo banco vuoto è strana, ci manca tutto di te”), così come la sua amica Lavinia.
Toccanti infine le parole che papà Luca e mamma Elvia hanno fatto leggere a una persona vicina alla famiglia. “Avremmo voluto accompagnarti in tutti i tuoi passaggi fino all’età adulta, invece il tuo futuro non ci sarà. Dodici anni sono pochi ma li hai riempiti di allegria, gioia, felicità. Eri un ragazzo speciale, bravo a scuola, corretto, educato e gentile. quando per qualche motivo ci facevi arrabbiare con dolcezza chi chiedevi scusa. Guardavi al tuo futuro, avevi già le idee chiare su che scuola fare e sull’andare all’università. Ci hai lasciato senza che potessimo dirti ciao per andare verso un cielo colorato di immenso. Siamo sconvolti, persi, distrutti, svuotati, mutilati. Siamo noi ora che abbiamo bisogno di te”. E alla fine della cerimonia funebre, tanti palloncini bianchi lanciati fra la commozione generale in cielo.