Muore 140 giorni dopo l’investimento. Sulla stessa strada falciati nel 2011 i genitori
Un tragico destino crudelmente si è ripresentato a colpire la stessa famiglia, strappando via una terza vita, lungo la provinciale che attraversa Arsiero e la Val d’Astico. A distanza di quattro mesi e mezzo dall’investimento – era la sera del 28 gennaio 2024 – che lo aveva visto come vittima mentre passeggiava a piedi in via dei Longhi, è morto senza essermi mai ripreso Paolo Borgo. Di 63 anni di età, era uno stimato docente di scuole superiori all’Itt (ex Itis) Chilesotti di Thiene. Insegnava lingua italiana e letteratura.
Da quel tragico giorno d’inverno, dopo essere stato travolto dalla vettura Wolkswagen Polo guidata da un compaesano (di 54 anni, A.C. le iniziali), il professor Borgo non si era mai più ripreso, affrontando una sofferta lotta tra la vita e la morte in reparto rianimazione per più settimane. E poi la lungodegenza, fino ai primi di giugno.
Pur sopravvivendo all’incidente, dopo il ricovero d’urgenza a Santorso e poi al San Bortolo in condizioni già disperate, le lesioni che aveva riportato a livello cerebrale non gli hanno consentito di riprendere conoscenza. Negli ospedali ha ricevuto tutte le cure possibili, senza poter però tornare a comunicare con chi gli è stato vicino prima e dopo quella serata di fine gennaio che, purtroppo, ha riportato a galla lo straziante dolore già provato nella famiglia Borgo. Un duplice lutto, legato alla morte in circostanze analoghe dei genitori. Negli ultimi giorni di vita, il docente è stato assistito nel centro “Muzan” di Malo, dove è spirato.
Sul piano giudiziario, una volta accertato il nesso causale tra l’incidente stradale e il recente decesso del 63enne attraverso la documentazione clinica, il 54enne vicentino alla guida sarà accusato del reato di omicidio stradale. A questo fine è stata quindi richiesta in via immediata l’effettuazione del l’autopsia sulla salma del 63enne perito a distanza di oltre 4 mesi. Un fattore, questo, che negli effetti farà slittare a data da destinarsi le esequie. Erano già state programmate per venerdì nella chiesetta del cimitero arsierese, ora rinviate. Il fratello del deceduto, già nominato curatore legale da un giudice, si è affidato a Studio3A-Valore per le tutele del caso.
Tutti, in paese ad Arsiero ma non solo, hanno subito ripensato al dramma precedente, oltre tredici anni prima vissuto proprio da Paolo e dal fratello Nicola, quando persero per sempre entrambi i genitori in conseguenza di un altro cruento incidente: sempre lungo la stessa Sp350 e nella stessa via comunale. A più o meno 200 metri a monte da dove l’insegnante, in prossimità di un supermercato, ha riportato dei danni irreversibili nell’impatto da pedone contro la Volkswagen che lo ha scaraventato sull’asfalto. Nel 2011 i coniugi Borgo, invece, dalla loro abitazione stavano attraversando la provinciale per andare a trovare uno zio, gravemente malato, quando furono falciati da un’auto diretta verso Valdastico che correva ad alta velocità. Morirono entrambi, in giorni diversi. Stessa sorte subdola toccata al figlio 13 anni dopo.
I parenti, il fratello con la moglie, i colleghi e perfino studenti ed ex studenti si sono recati al suo capezzale, nella speranza di poter assistere anche solo a un cenno di risveglio fino al triste epilogo recente. Praticamente ad un miracolo viste le sue condizioni di salute ormai irrimediabilmente compromesse. “Buon viaggio Paolo” si legge sul sito della scuola da oggi. “Ho avuto modo di sentire uno di questi ragazzi – confida Cristina Meneghini, sindaco di Arsiero, anche lei insegnante – che mi ha chiesto se fosse vero che Paolo ci ha lasciato, e ho avuto modo di constatare ancora una volta quanto lo apprezzavano. Aveva scelto di attendere per la pensione allo scopo di accompagnare una classe fino alla maturità: un esempio, questo, di che pasta di persona era. So bene quanto colleghi di lavoro e studenti fossero preoccupati, ma la speranza di rivederlo dietro la cattedra un giorno, purtroppo, col tempo era destinata ad affievolirsi. Mi spiace enormemente per questo lutto che colpisce la famiglia, segnata dalla grave disgrazia precedente: come comunità non possiamo non stare vicino a chi resta, rimanendo attoniti di fronte al destino così crudele nei loro confronti”.