Esplorare il Vicentino – il Monte Spitz di Tonezza
Nel lessico tedesco “spitz” significa appuntito, aguzzo ed è appunto così che si presenta lo Spitz di Tonezza, ben riconoscibile da lontano per l’aspetto di una grande pala fiancheggiata da entrambi i fianchi da due spuntoni minori.
Il rilievo domina il piccolo altopiano di Tonezza del Cimone, cingendolo a nord-ovest. I versanti a nord precipitano sulla Valdastico, mentre ad ovest la cresta montuosa si prolunga nel Monte Melignone, che è separato dallo Spitz dal Passo della Vena, e nel Monte Campomolon.
Sulla vetta dello Spitz di Tonezza domina una grande croce e vicino ad essa si trova un punto trigonometrico in pietra, sul quale sono incisi i nomi di molte montagne che si possono notare da qui. La cima è infatti un punto da cui si può godere un panorama a 360 gradi per l’assenza di vegetazione.
Sedendosi su una roccia, si possono osservare la sottostante conca di Tonezza, il Summano, il Novegno e il Pasubio, ultime elevazioni prima della pianura a sud. Ad est, nel versante opposto della Valdastico si trova l’esteso Altopiano di Asiago, di cui il Monte Verena è il maggior rilievo più vicino. Verso nord si vedono l’altopiano dei Fiorentini e il suggestivo Becco di Filadonna, situato tra Folgaria e il Passo della Fricca e, molto più distanti, le Alpi Venoste.
La salita allo Spitz non comporta grandi sforzi ed è praticamente priva di difficoltà; il percorso più breve ma piuttosto banale consiste nel partire dal Rifugio Melegnon nei pressi della strada dei Fiorentini per salire al Passo della Vena e in mezz’ora circa alla cima.
È consigliato invece lasciare l’auto direttamente al centro di Tonezza e seguire i sentieri che attraversano le varie contrade più elevate del paese.
Si può compiere un bell’itinerario ad anello salendo da Contrada Sella lungo la strada che va ai Fiorentini fino al Chiosco Alpino. Da qui si intercetta la cresta che porta alla vetta dello Spitz, solcata da un sentiero che attraversa il Colle Tarbisa, sede di alcune vecchie postazioni militari. Ci si addentra in un bosco di faggi, in alcuni tratti ripido, fino ad attraversarlo completamente per sbucare nel pendio erboso finale. Dopo poco si intercetta il sentiero che sale al cocuzzolo roccioso della cima, che si raggiunge in una decina di minuti.
Per scendere si segue il sentiero principale che passa tra dei paravalanghe; in questo segmento è molto facile imbattersi in qualche esemplare di camoscio che pascola sugli erti pendii.
Si giunge poi in breve al Passo della Vena. Nei pressi di questo luogo si apre una notevole cavità carsica: l’Abisso del Paradiso, che sprofonda nella montagna per 265 metri. Consiste in una serie di pozzi impostati su fratture della matrice rocciosa, collegati da angusti meandri.
Dal passo si prende il sentiero 537 noto come Mulattiera dei Tronconi, il quale con dolci pendenze attraversa un bosco, supera alcune baite e perviene alla strada dei Fiorentini poco sopra la Contrada Sella.
Da qui in breve si scende al paese di Tonezza.