Statue decapitate e arredi distrutti: Scalini sotto shock per l’atto vandalico alla chiesetta

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La porta abbattuta a spallate e calci, banchi divelti, arredi sacri gettati a terra: e poi la Statua di Sant’Antonio con il Bambin Gesù strappati dal loro alloggio e decapitati. C’è rabbia e sgomento a Scalini, il piccolo centro a tre chilometri da Arsiero dove sabato scorso, nella chiesetta che costeggia la provinciale che sale verso Trento, alcuni soggetti in corso di identificazione, hanno profanato il piccolo santuario arrecando pesanti danni.

Un gesto vile che per ora non si capisce se sia conseguenza di una spacconata comunque ingiustificabile, quanto piuttosto di un gesto d’odio, come suggerirebbero le dichiarazioni, tra gli altri, del deputato vicentino Erik Pretto che, sentite alcune testimonianze di residenti, ha accennato a tre giovani probabilmente di origine africana : “Ritengo non si possano più ridurre gravi episodi come questi a mere bravate – dichiara l’esponente del Carroccio – ma si debba iniziare a considerarli per quel che sono, ovvero azioni di odio e accanimento che non colpiscono soltanto il sentimento religioso diffuso nelle nostre comunità, ma attaccano profondamente quelli che sono i principi di libertà e tolleranza sui quali si fonda la nostra società. Per questo auspico che le Forze dell’Ordine riescano quanto prima ad individuare i colpevoli di questi spregevoli gesti affinché possano essere assicurati alla giustizia, la quale dovrà essere quanto più possibile severa per dare conforto e speranza ai cittadini onesti che vogliono credere nelle istituzioni del nostro Paese”.

Non ne fa una questione di etnia o di accanimento dettato dall’odio religioso, invece, l’ex vicesindaco di Arsiero Simone Mattielli che invece a Scalini ci è nato e racconta come piuttosto lo abbia amareggiato, oltre il danneggiamento in quanto tale, il fatto che non sia stata accolta l’iniziativa proposta in nome di una maggiore sicurezza del sito: “Proprio durante l’ultima seduta consiliare di lunedì – spiega l’attuale consigliere d’opposizione – avevamo chiesto che una delle telecamere acquistate per rafforzare la videosorveglianza, potesse essere installata a Scalini. Ricordo che lì è presente la fermata autobus più vicina a località Pria, con un notevole via vai di persone, non solo nei weekend: ragionevole quindi, in quanto luogo sensibile, ipotizzare di poterlo rendere un po’ più sicuro. Ma la proposta è stata bocciata senza appello”.

E intanto proseguono, coperte dal massimo riserbo, le indagini dei Carabinieri, confidando che azioni di sfregio tanto violente non abbiano a ripetersi. Mentre la comunità reagisce e promette di voler presto riacquistare e ripristinare quanto ferito nella chiesetta tanto cara alla piccola frazione.