Dipendente “infedele” nell’Unione Montana Alto Astico? L’accusa è di truffa aggravata
Secondo i carabinieri di Arsiero va considerata come una “furbetta” o una dipendente pubblica infedele, che dal gergo mediatico si traduce invece nel possibile di reato di truffa aggravata ai danni della collettività. Nel periodo che va da marzo a maggio 2019 una donna di Cogollo del Cengio, che compirà 52 anni nel corso del 2020, si sarebbe macchiata di una serie di “uscite” non autorizzate nel corso del suo impiego all’interno dell’Unione Montana Alto Astico, con sede ad Arsiero.
I militari della stazione della Valle dell’Astico, afferente alla compagnia di Schio, si erano insospettiti lo scorso anno notando i movimenti inconsueti della dipendente in orari pomeridiani, in seguito a un primo controllo, avvenuto a marzo. Appurando in seguito la condotta, ad oggi solo in ipotesi illecita, dell’impiegata dell’ex comunità montana che serve una popolazione di circa 13 mila persone distribuita su 8 comuni dell’Altovicentino.
A seguito di vari appostamenti mirati, l’indagine è stata conclusa con la denuncia, dalla quale la donna – L. D. Z. le iniziali diffuse – avrà modo di difendersi. Dovrà giustificare almeno 11 episodi annotati dagli investigatori dopo il confronto con registri dell’Unione Montana passati al setaccio nel corso di una perquisizione mirata sul posto di lavoro. Sotto inchiesta anche i buoni pasto, che sarebbero stati usati in orari non compatibili alle esigenze lavorative, oltre agli effettivi orari di entrate e uscite dall’ufficio.