Uomini oltre la divisa: Burello va in pensione, la gratitudine è di tutto il paese
Cambia davvero un’epoca. In poco più di un anno tre pilastri dello stato sul territorio, i Comandanti delle stazioni di Piovene Rocchette, Valdastico ed Arsiero hanno salutato il loro incarico. Ha così avuto un sapore del tutto particolare la celebrazione della Virgo Fidelis – patrona dell’Arma per promulga papale del 1949 – di quest’anno ad Arsiero, l’occasione per il paese e per la valle tutta di dare il suo saluto a chi ha lungamente guidato le due stazioni valligiane dei Carabinieri.
E se a Valdastico il luogotenente Bruno Granello ha già ceduto il posto al suo successore, il 39enne piovenese Daniele Toniolo, ad Arsiero l’addio formale a Claudio Burello è fissato per il 31 dicembre prossimo dopo oltre 21 anni di attività in paese ed una carriera militare iniziata nel 1987 alla Scuola Allievi di Fossano. A festeggiare due uomini dello Stato, punto di riferimento delle comunità dell’Astico e del Posina, oltre al Capitano della Compagnia di Schio Francesco Grasso, i sindaci del territorio e naturalmente il Gruppo Volontariato dei Carabinieri, un tassello prezioso e importante per il tessuto sociale di Arsiero e dei paesi contermini.
Dopo la cerimonia religiosa, il momento della consegna delle targhe ai Comandanti nella sede municipale, nel ricordare il loro percorso inevitabilmente intrecciato con le vicissitudini di paesi e cittadini, ha riservato non poche emozioni: “C’è qualcosa di insito nell’uomo – ha dichiarato la Sindaco di Arsiero Cristina Meneghini condividendo un ricordo personale sul luogotenente Burello – che va oltre la divisa indossata e racconta molto di ciò che siete. Mio padre aveva stima e si fidava di lei, sentimenti questi che non nascono casuali e che certo interpretano quelli di tanti che oggi le tributano un grazie sincero e spontaneo”.
Sentita riconoscenza anche nelle parole del Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, rivolto in questo caso non solo ai Carabinieri in armi, ma anche ad una figura che del volontariato è stata brillante esempio: “Rivolgo innanzitutto un sentito ringraziamento per il servizio fin qui svolto ai Comandanti Burello, della Stazione di Arsiero, e Granello, della Stazione di Valdastico che arrivano alla “nuova partenza” della pensione, perché, se anche si smette il servizio attivo, non si smette mai di essere Uomini dell’Arma dei Carabinieri. Un saluto molto speciale va anche a Giordano Busato, al quale mi lega un rapporto personale di lunga data e che, nel corso degli anni, ha declinato, nel senso più concreto possibile, quel rapporto speciale che unisce la solidarietà con la competenza ed il rispetto”.
E proprio a Busato è stato consegnato un attestato di merito non solo per aver portato avanti dal lontano 1973 l’attività della locale sezione dell’A.N.C., ma anche per aver raggiunto il traguardo di una sede, nel 2008, oltre ad continuo ed incessante lavoro fatto di presenza e di supporto fattivo, non ultimo quello durante la lunga emergenza pandemica.
Uomini appunto: integerrimi e mai disposti a tirarsi indietro nel volontariato come nel lavoro. Un lavoro che è stato una missione condotta con grande senso di responsabilità e di correttezza, quello spirito di servizio disinteressato e leale che ha fatto degli storici comandanti, oltre che dei Carabinieri in genere, persone universalmente stimate e riconosciute per grande affidabilità. Pur senza scordare quella sensibilità e quel saper leggere oltre le righe di regole a volte difficili da declinare nel quotidiano: persone capaci di mappare il territorio con spiccato dono di sintesi, un territorio conosciuto palmo a palmo, tra pregi e umane “storture”.
“Ci mancherà molto il comandante Burello – spiega una signora mentre il corteo scioglie le formalità e si concede al momento conviviale – uno che la porta della caserma l’ha sempre tenuta aperta a dispetto degli orari. Uno con lo sguardo duro, ma con il cuore grande: mio figlio non è stato quel che si definisce uno stinco di santo: Burello lo ha ripreso al momento giusto e le sue parole ferme ma allo stesso tempo dette come le direbbe un buon padre, hanno sortito effetti inaspettati. Autorevole, più che autoritario: avrò di lui sempre un ricordo che ancora oggi mi commuove. Un educatore, capace di prevenire. Un pacificatore che ha reso grande onore al suo ruolo e a ciò che rappresenta”.
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