“Bravi ragazzi!”: i complimenti “certificati” dal Cern di Ginevra sono rivolti ai liceali del Corradini
Se i complimenti arrivano perfino dal Cern, il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare, c’è di che andarne fieri. Soprattutto se i destinatari sono due “Corradiniani“, studenti poco più che 18enni che frequentano l’ultimo anno di Liceo a Thiene, al termine di un convegno con invitati docenti da tutta Italia durante il quale i due portavoce – Diletta ed Edoardo i loro nomi – hanno presentato un progetto frutto del lavoro di team.
In altre parole, i due maturandi nelle scorse settimane hanno fatto da “ambasciatori” del Liceo Corradini, partecipando alla conferenza Itp ((Italian Teacher Programmes ma aperta agli studenti) istituita del Cern, portando avanti così con una sorta di “ciliegina” sulla torta i percorsi nell’ambito “Studente RicarcAttore” e l’alternanza scuola/lavoro.
Diletta De Boni ed Edoardo Rossi sono stati pubblicamente elogiati in particolare – ma non solo – per l’esposizione dei risultati degli studi portati a termine, seguiti passo passo da insegnanti dell’indirizzo scientifico. A raccogliere con orgoglio le lodi è stata la dirigente prof.ssa Marina Maino, evidenziando come la presentazione del progetto sia stata definita come “efficace e avvincente” dalla responsabile della comunicazione e della formazione del Centro Europeo. “La dott.ssa Del Rosso – spiega la preside Maino – ha rivolto parole di apprezzamento per lo studio ed ha elogiato gli studenti del Corradini per la competenza dimostrata nella discussione”. Non da meno, sono giunte parole di stima da docenti italiani collegati in videoconferenza che hanno seguito con interesse la sintesi del lavoro di ricerca sul campo illustrata dai due 18enni. Il tema portante del convegno era il legame tra le cosiddette “scienze esatte” e quelle del “sociale” con l’analisi di differenze e punti di congiunzione tra due sfere di ricerca in apparenza distanti. Lo studio deriva dall’esperienza nell’alternanza scuola/lavoro – denominata Pcto dal 2019 – che ha permesso di abbinare il “sapere al saper fare”, come gli stessi ragazzi hanno sottolineato.
Parole gradite dopo le esposizioni dei progetti che, considerata l’autorevolezza dell’ente da cui provengono, assumono un peso specifico speciale non solo per i “messaggeri” incaricati di illustrare il frutto del lavoro di team, ma per tutto l’istituto superiore thienese, che tra l’altro ha appena festeggiato i 60 anni di storia (fu fondato nel 1961) e conta 6 indirizzi di studio. Diletta, assieme al gruppo guidato dal prof. Gerardo Campagnolo, si è occupata di analizzare dati legati alla pandemia, con riferimento alla campagna vaccinale, cercando di esaminarne i risvolti sociali. Uno dei contributi più significativi è l’analisi dell’incremento della violenza di genere, confrontando Italia, Regno Unito ed Australia durante il periodo di convivenza forzata del lockdown. Edoardo, invece, assieme al suo team, si è occupato di analizzare dati legati alla basket, confrontando quelli raccolti a scuola durante le lezioni di Scienze Motorie e Sportive con quelli ottenuti durante la “Notte dei ricercatori” dal centro BODaI-Lab di Brescia. A coordinare il progetto è stato il prof. Lorenzo Meneghini, da oltre vent’anni sulla cattedra di Matematica e Fisica a Thiene. Al termine di questa esperienza più che positiva il docente ha spiegato come il successo sia stato costruito sulla capacità dei ragazzi di far parlare i numeri e di leggere la realtà, comunicando magistralmente, con competenza e sicurezza. A collaborare nelle diverse fasi in vista della conferenza conclusiva la stessa prof.ssa Maino e il prof. Demetrio Dalla Pria.
“Credo di aver portato a casa molto da quest’esperienza – ha sottolineato Edoardo Rossi – e la capacità di comunicare e interagire con un grande gruppo di persone, composto sia da insegnanti che da studenti. È stata un’esperienza che ci ha permesso di acquisire abilità e sicurezza, elementi che possono tornare utili in futuro, soprattutto in vista dell’esame di Stato”. E poi ha aggiunto: “Un altro momento che ho apprezzato molto è stato quello della cosiddetta tavola rotonda, uno spazio di libera discussione a cui abbiamo preso parte anche noi ragazzi. Abbiamo risposto a diverse domande e anche discusso di vari aspetti, come ad esempio del fatto che le ipotesi debbano tenere conto non solo di numeri e dati, ma anche delle cosiddette variabili umane e sociali”.