Arrestata falsa badante, accusata di omicidio: stordiva gli anziani con sovradosaggi di farmaci
Nella tarda serata di ieri, 18 dicembre, i carabinieri di Vicenza hanno arrestato una 46enne vicentina, ex commessa ed ex titolare di una profumeria, che assisteva anziani a domicilio millantando esperienze sanitarie. Anziani, tutti del Vicentino, che sarebbero poi deceduti improvvisamente o ricoverati con sintomi simili.
La donna, Paola Pettinà il nome, definita dall’Arma come dotata di “elevate doti di affabulatrice”, è accusata di aver provocato la morte di un’anziana e del tentato omicidio di altri quattro, tutti vicentini. A queste persone la “falsa” badante avrebbe somministrato sovradosaggi di medicinali quali Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico, in alcuni casi non prescritti dai medici. La donna è accusata di omicidio aggravato, tentato omicidio, rapina, spaccio di medicinali a base di benzodiazepine e autoriciclaggio.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa da giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza su richiesta della Procura al termine di un’articolata e delicata indagine condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Vicenza e durata nove mesi. I fatti si sono verificati a partire dal gennaio 2022.
Dalle indagini emerge che la donna avrebbe sfruttato una falsa identità di operatrice socio-sanitaria per avvicinare le vittime, approfittando della loro vulnerabilità. Tra le accuse più gravi, si ipotizza il suo coinvolgimento diretto nelle morti di alcune persone, avvenute in circostanze sospette.
La capacità di far credere anche l’inverosimile sarebbe uno dei tratti caratterizzanti la personalita della 46enne, che avrebbe “raccontato o prospettato le cose tanto da farle sembrare vere e non far sorgere alcun dubbio sulla genuinità di quanto affermato e quindi tale da non far sorgere sospetti nella controparte”. Arrivando addirittura, come è stato accertato essere avvenuto in almeno due casi, a scrivere e poi a leggere in chiesa durante i funerali una commovente lettera di commiato dalla persona assistita.
La denuncia ai carabinieri di Breganze
La vicenda inizia con una denuncia (non è ancora noto da parte di chi) presentata alla stazione dei carabinieri di Breganze nel marzo di quest’anno: segnalava alcune circostanze “anomale” relative a un’anziana e a due coniugi pensionati, in entrambi i casi risalenti ai periodi immediatamente antecedenti la morte (nel caso dell’anziana) e al rapido peggioramento dello stato di salute (nel caso della coppia di coniugi). Ad unire le due storie, il fatto che erano stati tutti e tre assistiti a domicilio dalla stessa persona, ossia l’ex commessa 46enne. Dalle verifiche dei carabinieri, coordinati dalla Procura, è emerso come tutti gli incarichi assunti dalla donna fossero scaturiti da richieste fatte da persone sui gruppi locali di Facebook.
L’accusa di rapina
L’arrestata è accusata anche di rapina aggravata ai danni di un’anziana che stava assistendo: si sarebbe impossessata di molti preziosi dopo averla stordita con una massiccia dose di benzodiazepine. Successivamente i gioielli venivano rivenduti a diversi comproro della zona per un valore complessivo di tremila euro, motivo per il quale le viene contestato anche l’autoriciclaggio. Per la scomparsa dei preziosi, riusciva a far ricadere la colpa sulla vittima raggirando i familiari.
I ricoveri d’urgenza
Tutti gli anziani assistiti dall’indagata, sebbene affetti da patologie diverse (in alcuni casi addirittura assenti), hanno dovuto fare ricorso urgente a cure mediche, presentando tutti i medesimi sintomi (torpore, stordimento, disartria, difficoltà a reggersi in piedi) che nella totalità dei casi non erano conseguenze delle malattie sofferte e che comunque in precedenza non avevano mai manifestato. E quando l’assistenza non era più affidata alla donna, magicamente queste problematiche sparivano.
Nel corso delle indagini è stato appurato che la donna è una assidua consumatrice di benzodiazepine e che è riuscita ad acquistare quantità significative di questi farmaci, talvolta anche destinate alla cessione a terzi, motivo per il quale è anche accusata di spaccio di medicinali contenenti benzodiazepine. Sono ora in corso accertamenti ulteriori sulle modalità di acquisto dei medicinali, dato che in molti casi c’è riuscita senza la presentazione della ricetta: oggi è anche stata eseguita una perquisizione in tre farmacie della zona e le indagini sono tutt’ora in corso.
Nel corso delle indagini il sovradosaggio dei farmaci è stato appurato anche grazie a una consulenza medico-legale, procedendo a esami di tossicologia forense. Sovradosaggio che avrebbe portato all’aggravamento delle condizioni di salute degli anziani e in un caso alla morte.
Un importante contributo alle indagini è stato fornito dalla direzione generale e da quella medica dell’Ulss 8 Berica, nonchè dall’Unità operativa complessa Sistemi informativi di Azienda Zero della Regione Veneto, nonché da alcuni medici di fiducia e dalla direzione sanitaria del Distretto di Vicenza, che hanno consentito l’organizzazione di alcuni mirati servizi di assistenza domiciliare.