Ciclista rimane a terra senza vita sulla bici. Piange il “mondo Laverda”, indaga la Procura
Il dolore e il lutto dei familiari di Bruno Miotti, il pensionato trovato senza vita domenica mattina in una strada campagnola alla periferia di Breganze, non troverà consolazione nelle risposte che darà loro la Procura di Vicenza, ma è necessarie spiegare prima di tutto a loro cosa sia accaduto l’altro ieri. Il pensionato era uscito di casa, come d’abitudine, per un giro in bicicletta nei dintorni, in località Preare, da solo.
Fino a quando un altro ciclista amatoriale come lui lo ha scorto, riverso a terra tra l’erba e le piante, dando l’allarme al 118 e attivando la macchina dei soccorsi in codice rosso. Nulla hanno potuto fare, però, gli operatori del Suem giunti sul posto con un’ambulanza inviata dall’ospedale di Santorso, visto che il cuore del 73enne breganzese, sposato e padre di tre figli, aveva già smesso di battere, con ogni probabilità già da parecchi minuti.
In seguito si è registrato l’intervento di una pattuglia della Polstrada che si trovava in zona sulla Spv, con i militari di Stato che si sono occupati dei rilievi, della raccolta di dati utili alle indagini e della testimonianza diretta di chi ha tentato per primo di prestare soccorso a Miotti. Il pensionato, ex dipendente di Laverda con lunga esperienza nel reparto moto e nelle macchine agricole, nonostante l’età non più così verde veniva descritto come persona in salute proprio grazie all’allenamento continuo sui pedali, grande passione sportiva che lo aveva sempre accompagnato. Le ipotesi relative alla causa del decesso sono molteplici: un malore fatale potrebbe averlo stroncato in pochi attimi sui pedali, senza lasciargli il tempo di scendere dalla bici, oppure potrebbe aver battuto il capo dopo aver perso l’equilibrio o, ancora, il ciclista potrebbe essere stato investito da un veicolo in transito tra le colline. Su questa ipotesi, anche al fine di escludere il concorso di terzi nel dramma, si sta lavorando in sede di indagini dopo l’informativa inviata dalla polizia stradale alla Procura di Vicenza.
A dare notizia del tragico fatto avvenuto nelle prime ore del giorno di domenica è oggi un servizio di cronaca incluso nel Giornale di Vicenza. Da parte delle autorità massimo riserbo sulla vicenda, in attesa che si disponga o meno l’esame autoptico sulla salma del 73enne, atto dovuto per comprendere se all’origine della disgrazia vi sia stato un malore e, quindi, si sia trattato di morte naturale. I congiunti di Bruno Miotti, in attesa del nulla osta per la sepoltura, hanno annunciato la data del funerale per domani: si terrà nel pomeriggio alle 15.30 nel Duomo di Breganze. Stasera alle 19.30 la veglia di preghiera.
“Il paradiso in terra non esiste, ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque”, con questa significativa frase chi gli ha voluto bene ha scelto di riservare un ultimo pubblico saluto al pensionato breganzese che viveva in via Maglio, vicino al luogo dove domenica si è conclusa in maniera improvvisa la sua esistenza in terra. Descritto come gran lavoratore prima del riposo e come persona sempre dedita alla famiglia, lascia la moglie Franca, i tre figli Massimo, Federica e Giovanni con le rispettive mogli e i figli, visto che Bruno è stato anche nonno premuroso di quattro nipoti.
La generosità che lo contraddistingueva si dimostra nella richiesta da parte dei familiari di devolvere eventuali offerte in opere di bene a favore della comunità di persone affette da gravi disabilità denominata “Arca Kenya”, come specificato nell’epigrafe pubblicata oggi. A piangerlo insieme ai famigliari e agli amici di una vita anche i tanti appassionati di moto del “mondo Laverda”, di cui Miotti era sì un profondo conoscitore sul piano tecnico, ma ben più di una memoria storica.