La Rivit va oltre il bonus bebè: 7 anni di contributi ai neo-genitori
Da 250 a 500 euro al mese per 7 anni agli operai che fanno un figlio. E’ questa l’entità del generosissimo contributo deciso dalla Rivit di Caltrano, azienda leader mondiale nella produzione e vendita di tubi in acciaio destinati a piattaforme di estrazione di idrocarburi.
Da settembre infatti il quasi ottantenne titolare dell’azienda caltranese Vinicio Bulla ha varato il nuovo piano di sostegno alla natalità per i dipendenti della sua azienda. La proposta di Bulla va ben oltre il baby-bonus che alcune aziende in Italia stanno sperimentando: nelle intenzioni (e nella pratica) ad ognuno dei 150 dipendenti della Rivit che diventerà genitore, uomo o donna che sia, sarà riconosciuto un contributo mensile della durata di sette anni. L’assegno oscillerà tra i 250 e i 500 euro.
L’intesa prevede che siano rimborsabili quote di iscrizione, rette, servizi mensa e scolastici corrisposti per la frequenza dei bambini ad asili nido e materne, fino ad un massimale fissato in 6.600 euro annui per figlio in caso di nido e 3mila per la materna. Per ottenere il contributo sarà sufficiente presentare un rendiconto delle spese sostenute.
“Non voglio morire coi soldi in banca – ha spiegato Bulla al Sole 24 Ore, padre di tre figli tutti impiegati in azienda – sento di volere questo, che le risorse rimangano in azienda e vadano a chi produce”. Un’iniziativa filantropica che non ha eguali in Italia, un piano di welfare pensato ad hoc per i suoi (fortunati) dipendenti.
“Una mossa che va contro il declino demografico e la mancanza di interventi più decisi da parte dello Stato per favorire la natalità e la conciliazione vita-lavoro delle persone – ha concluso Bulla – penso sia giusto volersi dedicare alla nostra gente, anche perché per chi lavora qui merita di essere giustamente ricompensato e gratificato. L’azienda ha lavoro ed è merito di tutti.”
L’accordo è entrato in vigore lo scorso settembre, e la prima bambina a beneficiarne è stata Elena, nata a dicembre.