Frasi fasciste, razziste e omofobe: cybervandali alla riunione web della scuola
Sconcerto a Carrè, Zanè e Chiuppano dopo che martedì scorso 9 febbraio nel corso di un incontro on line dell’Istituto comprensivo si è palesato un gruppo di persone con frasi fasciste e insulti razzisti e omofobi.
A spiegare cosa è successo è stato su Facebook lo stesso dirigente scolastico Cristiano Rossi, che ha già sporto denuncia ai carabinieri. “Martedì – ha raccontato – ho avuto la spiacevole esperienza di dover gestire un meet con 200 genitori ed aver subito la violenta incursione di una ventina di vandali che hanno tempestato la riunione con insulti fascisti, razzisti, omofobi”.
L’incontro su Google Meet doveva, nel giro di un’ora, illustrare ai genitori della scuola primaria di Carré il nuovo strumento di valutazione predisposto dal Ministero. Dopo circa 45 minuti però è iniziata l’incursione: “Bestemmie e frasi razziste, che inneggiavano al fascismo, hanno iniziato a susseguirsi – racconta Rossi -, anche con frasi offensive e al limite del pedopornografico rivolte ai bambini. E il tutto con la colonna sonora di Faccetta Nera. Io mi sono subito scusato con le numerose famiglie collegate, poi ho cercato di allontanare questi personaggi, ma loro rientravano di continuo. Ad un certo punto sono stati proiettati anche filmati a luci rosse. Il tutto è andato avanti per una ventina di minuti. E’ stato un evento di violenza inaudita. Per tutelare le famiglie ho chiesto che uscissero tutti dalla chat. Solo una cinquantina di persone sono rimaste collegate per capire cosa stava accadendo e per poi testimoniare la vicenda”.
Un episodio che lo stesso preside definisce “grave e molto preoccupante”. Il giorno seguente, il preside ha prima raccolto per ore gli indirizzi IP degli hacker, poi si è recato dai carabinieri di Thiene a sporgere denuncia. “Questo è il frutto – commenta amaramente – anche dello sdoganamento che molti, anche personaggi politici con ruoli importanti, hanno fatto rispetto al fascismo. Non si può ricondurre a fatto goliardico un’ideologia che ha portato alle derive che conosciamo e che, oggi, sta prendendo il sopravvento tra i giovani che si sentono autorizzati ad esprimere idee razziste e antisemite. Dobbiamo arginare questa deriva, perché questi contenuti violenti spesso girano anche su Facebook e, soprattutto, tra le chat di whatsapp dei ragazzi. Come educatori e genitori dobbiamo stare accanto ai nostri figli, perché siano protetti da queste azioni che sono veri e propri reati contro la persona”.
Rossi rivolge per questo un appello “alle persone che hanno anche ruoli di responsabilità: insegnanti, giornalisti, religiosi, politici, affinché non siamo mai veicolati messaggi ambigui di stampo nazifascista, omofobo, antiislamico, antisemita, razzista, che potrebbero poi generare nei giovani il diritto di poter compiere azioni di questo tipo”.
Stesso identico copione – come riporta il Giornale di Vicenza – era già avvenuto a metà gennaio nel corso di una riunione su Meet organizzata per l’orientamento scolastico da parte dell’Istituto di Istruzione Canova di Vicenza: anche in questo caso bestemmie, insulti e video hard da parte di una quindicina di utenti che hanno agito sotto falsa identità.