Centauro morì sul Costo nell’impatto con un pickup: la Procura chiede l’archiviazione
La Procura di Vicenza ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale per la morte, a soli 29 anni, di Constantin Robert Bucur, deceduto in un incidente stradale sulla provinciale del Costo a Cogollo del Cengio nel marzo scorso.
Una decisione accolta con profonda amarezza dalla madre del giovane, di origini rumene ma residente dal 2006 in Italia e da ultimo ad Altavilla Vicentina. Il procedimento penale per omicidio stradale era in capo al conducente del pick-up che ha fatalmente travolto la moto della vittima il 18 marzo di quest’anno. L’istanza era stata indirizzata al Gip del Tribunale di Vicenza il 16 ottobre 2023, al termine delle indagini preliminari, dal Pubblico Ministero della Procura berica titolare del fascicolo, Alessandra Block. Contro la decisione di archiviazione ha subito presentato opposizione il legale dei familiari del 29enne, Davide Picco del Foro di Vicenza, unitamente a Studio3A-Valore.
Il tragico sinistro avvenne intorno alle 15, lungo la Provinciale 349, meglio nota come del Costo, al chilometro 80+700, nel territorio comunale di Cogollo del Cengio. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Bucur la stava percorrendo in direzione di Asiago ed era in sella alla sua Suzuki 1000. Improvvisamente ha visto davanti a sé un Nissan Navara, che procedeva nello stesso senso di marcia, accostare sulla destra e si è quindi accinto a superarla, ma il conducente del veicolo, R. S. 71 anni, di Breganze, dopo aver allargato la traiettoria a destra portandosi in prossimità del margine destro della strada, ha improvvisamente svoltato a sinistra per entrare in un passo carraio, con la conseguenza che il motociclista si è trovato il pick-up praticamente addosso e non è riuscito a evitare il tremendo e fatale impatto con la sua fiancata sinistra: per il giovane, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.
L’automobilista è stato iscritto fin da subito nel registro degli indagati dal Sostituto Procuratore, che ha nominato anche un consulente tecnico d’ufficio, l’ingegner Alberto Sartori, per ricostruire la dinamica, le cause e tutte le responsabilità dell’incidente: alle operazioni peritali ha partecipato e fornito il proprio contributo anche l’ingegner Pierluigi Zamuner, quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore, società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui si sono affidati i familiari della vittima, unitamente all’avvocato Davide Picco.
Il consulente tecnico, pur avendo riconosciuto un concorso di colpa al centauro in ragione della velocità tenuta superiore al limite vigente di 70 chilometri all’ora, ha ascritto le responsabilità anche all’indagato, “che effettuava la manovra di svolta a sinistra senza prima accostarsi alla mezzeria e senza essersi assicurato di poterla eseguire senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada”: l’ingegner Sartori parla chiaramente di una “inversione a U”.
Secondo la richiesta di archiviazione non vi sarebbero elementi tali da far ritenere che vi sia “una ragionevole previsione di condanna nei confronti dell’indagato” per citare l’istanza. In buona sostanza, secondo il magistrato non vi sarebbe la prova che, se anche l’automobilista avesse effettuato una manovra di svolta corretta, l’incidente si sarebbe potuto evitare, in quanto il centauro avrebbe proceduto ad una velocità troppo sostenuta. E, soprattutto, secondo il Pm, Bucur non sarebbe stato ingannato dalla manovra iniziale di spostamento a destra del pick-up e anzi non l’avrebbe proprio vista.
Conclusioni, quelle del magistrato, che Studio 3A ritiene “incomprensibili” e che “contrastano non solo con quelle della consulenza tecnica d’ufficio redatta dallo stesso consulente che ha incaricato, ma anche con quelle dei tecnici della compagnia di assicurazione della vettura”, dalla quale la società ha già ottenuto per i propri assistiti il risarcimento e per di più concordato sulla base di una percentuale di colpa maggioritaria in capo all’automobilista. “Pur essendo già stato chiuso l’iter risarcitorio, si è dunque – spiega Studio 3A in una nota – comunque, ritenuto, attraverso l’avvocato Picco, di proporre opposizione alla richiesta di archiviazione al giudice per le indagini preliminari, sulla scorta della dettagliata relazione del consulente tecnico di parte ingegner Zamuner”, evidenziando in particolare due aspetti.
“In primis – spiega la nota – si sottolinea come in realtà lo stesso consulente tecnico d’ufficio abbia stimato la velocità della moto al momento dell’urto in 72 chilometri all’ora, in pratica corrispondente al limite di 70, e si confuta il calcolo di quella iniziale effettuato dall’ingegner Sartori in quanto basato sulla traccia di una frenata sull’asfalto rinvenuta dai carabinieri della compagnia di Schio che hanno rilevato il sinistro ma che non è in alcun modo dimostrato fosse stata lasciata dalla Suzuki della vittima”.
Ma, soprattutto, il legale della famiglia Bucur contesta con forza l’assunto secondo cui il giovane non sarebbe stato tratto in inganno dalla “particolare manovra”, per usare il termine del Ctu, ossia dall’iniziale scarto a destra dell’indagato, valorizzando la chiara testimonianza in tal senso resa dall’amica che lo affiancava, con un’altra moto, e che ha riferito di aver “visto in lontananza l’auto spostarsi verso destra e credevo che si stesse fermando a destra, quando ad un certo punto svoltava improvvisamente a sinistra”.
“Confidiamo con tutto il cuore che il giudice accolga la nostra opposizione e non voglia lasciare impunito l’incidente costato la vita a mio figlio – commenta Elena, mamma della vittima -. Non posso pensare che la persona che mi ha strappato Robert nel fiore degli anni, e che non si è mai degnato di chiederci scusa, neanche con una telefonata, la passi liscia dopo la condotta di guida chiaramente colpevole e irresponsabile di cui si è macchiato, che non paghi per ciò che ha commesso, neanche con una pena simbolica. Non è giustizia, questa”.