Il volontariato accende di colore la Scuola dell’Infanzia. E il paese applaude

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E’ proprio vero che là dove le opportunità di attingere ad aiuti e di poter sviluppare progetti latitano, in quei piccoli centri dove minori sono anche le possibilità finanziarie a disposizione, cresce più rigoglioso l’albero dell’ingegno. Un ingegno che si fa concretezza grazie alla determinazione, ancora una volta, del volontariato. In questo caso di genitori, in prima linea per far trovare più bella la scuola ai propri figli. O magari, semplicemente, per renderla più accogliente per tutti.

Succede a Cogollo del Cengio, dove su iniziativa del comitato genitori della Scuola dell’Infanzia, il plesso che trova sede presso l’ex patronato lungo la SP350, ha ora un nuovo e coloratissimo ingresso. Una trafila non facile tra permessi da ottenere e finanze di una piccola associazione di famiglie che certo non vanta un portafogli gonfio: nulla che però abbia scoraggiato Anna, Eleonora e Monica, la prima linea di un tenace sodalizio desideroso di fare qualcosa per il paese. Nemmeno i preventivi di migliaia di euro, inizialmente prospettati da qualche azienda interpellata in prima istanza. Un entusiasmo che ha subito contagiato – convincendo il team di novelli pittori ad agire in autonomia – un ampio numero di persone: da alcune imprese artigiane che hanno messo a disposizione i materiali, ad alcuni artisti del paese che hanno offerto il loro tempo e persino qualche residente della zona che si è premurato di sollevare i tanti pomeriggi di lavoro dei bravi volontari con una bibita fresca o un buon caffè recapitato in loco.

“Abbiamo lavorato per settimane – raccontano le referenti del comitato – tra pulire i muri interessati dal restauro, stuccature da fare e più mani di fondo, oltre naturalmente alle decorazioni finali, affinché il risultato fosse il migliore possibile. Un dono, vogliamo confidare, ai piccoli alunni di oggi e a quelli di domani. Siamo grate per l’aiuto ricevuto e fiere di vedere la gioia delle maestre, dei passanti che salutano fieri, persino con qualche colpo di clacson, questa nostra opera”. Una sorta di murales che racconta la gioia e la spensieratezza: senza dimenticare gentilezza e altruismo, oltre quelle differenze e le cattiverie che spesso si annidano anche nelle piccole comunità. Non qui, non in questa scuola, dove il monito è chiaro: felici di stare insieme.