Mezzi pesanti in centro a Mosson: “Almeno cinque al giorno, nessuno controlla”
Monta la frustrazione e la protesta dei residenti della frazione di Mosson di Cogollo del Cengio, costretti a fare quotidianamente i conti con un passaggio di mezzi pesanti che si insinuano nelle strade del centro della frazione spesso mettendo a rischio i veicoli in sosta o, peggio, i pedoni.
Un problema, questo nella valle dell’Astico, che non nuovo in realtà, ma che si pensava risolto almeno in buona parte grazie alla segnaletica apposta dal Comune di Caltrano oltre che alla promessa di controllo più frequenti da parte delle forze dell’ordine.
Di fatto i mezzi pesanti, complice anche il satellitare che una volta usciti dall’autostrada Valdastico anziché portarli verso la zona industriale di Seghe di Velo attraverso la SP350 e quindi il viadotto di Sant’Agata, proseguono sovente in direzione Caltrano con inevitabile passaggio per Mosson una volta abbandonata la rotatoria vicina al cimitero del paese: “Non sappiamo a Caltrano, ma qui – spiegano alcuni avventori appena usciti dal panificio della vivace frazione cogollese – controlli non ne vediamo. Di media passano almeno quattro o cinque bilici al giorno e nessuno fa niente, il fatto è che se succedesse qualcosa, non si può certo dire che non si sapeva perché il problema è all’ordine del giorno dal lunedì al venerdì. Senza contare l’impatto ambientale e l’inquinamento”.
Criticità che non riguarderebbero il solo centro di Mosson, dove peraltro per accedere si deve prima affrontare una pericolosa strettoia che immette alla piazza, ma anche un’insidiosa curva a gomito che da via San Rocco – un chilometro più avanti ormai giunti a Cogollo – immette poi finalmente nella SP350 dove è in costruzione una nuova rotatoria. “Alcuni camionisti arrivano qui veramente spaesati – spiegano ancora i residenti – specie quelli che arrivando dall’estero hanno anche difficoltà linguistiche e non comprendono le indicazioni che magari si tenta di dare loro, ma altri lo fanno per la comodità di risparmiarsi qualche chilometro e alle nostre segnalazioni con le quali cerchiamo di spiegare che non possono transitare di qua, ci deridono mandandoci a quel paese. Siamo stanchi, chiediamo veramente un intervento risolutivo prima che succeda qualcosa”.