Panico in centro, il lupo è tra le case. E spuntano i fucili

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C’è agitazione ai piedi del Cengio dove il lupo, dopo ripetute comparsate in campagna, ha scelto di puntare al paese. È di pochi giorni fa infatti, il video che ritrarrebbe un esemplare nella centralissima Via Angelo Dal Zotto a Cogollo del Cengio, forse attirato da qualche residuo di cibo.

Non un fatto nuovo quindi, specie per i paesi della fascia pedemontana dove i canidi sono ormai di casa, agevolati dalla vicinanza di boschi e di corsi d’acqua: la novità sta piuttosto nel vederli sempre meno a disagio con un paesaggio antropizzato che sembra ora improvvisamente alla portata di incursioni sempre più frequenti. Tra chi non sembra curarsene troppo, e chi invece nelle pagine social locali manifesta tutta la propria preoccupazione e chiede interventi decisi. E se appare quindi una coincidenza quasi voluta – questo almeno si vocifera – l’investimento di un lupo a pochi passi dalla zona artigianale, non lasciano dubbi gli spari che sempre nell’ultima settimana avrebbero tentato – non sono noti gli esiti – di abbatterne altri: circostanza che avrebbe attirato anche l’attenzione dei Carabinieri forestali, a supervisionare una situazione sull’orlo di degenerare complice l’assordante silenzio di gran parte delle istituzioni.

“Le montagne iniziano a essere sature per nuovi branchi di lupi – spiega l’esperta Jessica Peruzzo – i giovani stanno progressivamente scendendo verso le pianure per cercare nuovi territori in cui stabilirsi, spingendosi talvolta nei pressi delle case, soprattutto durante le ore notturne, quando l’ambiente è più tranquillo. È importante sapere quindi che molti degli avvistamenti vicino alle case riguardano giovani esemplari in dispersione, ossia di lupi che attorno al secondo anno di vita lasciano il proprio branco. In questa fase si muovono quindi in ambienti completamente sconosciuti e devono affrontare molti pericoli, tra cui l’attraversamento di strade e l’incontro con altri lupi. Durante la dispersione i giovani lupi camminano moltissimo, arrivando a coprire anche 50 km in una notte. Non si tratta di “troppi” lupi, perché essendo predatori apicali il loro numero si autoregola negli anni in base alle prede disponibili; abbattendoli si fa solamente spazio per maggiori nascite negli anni successivi, oltre ad aumentare il rischio di disgregazione dei branchi, costringendo i lupi a rivolgersi a prede più semplici come gli animali allevati”.

Jessica Peruzzo, divulgatrice scientifica e scrittrice

Considerazioni che respingono luoghi comuni e paure infondate, ma vertono piuttosto a fornire indicazioni quantomai preziose e puntiali: “I lupi temono l’essere umano e cercano di evitarlo in tutti i modi – chiosa la divulgatrice – ma a volte possono esserne incuriositi, essendo animali molto intelligenti, ed essere attratti dal cibo facilmente disponibile, soprattutto se si tratta di giovani inesperti. Per evitare che i lupi si abituino alla presenza dell’uomo e lo colleghino a fonti alimentari, è fondamentale adottare semplici misure di prevenzione: custodire i rifiuti in aree non accessibili alla fauna selvatica; proteggere gli animali domestici e da allevamento, soprattutto di notte. Quando si esce con i cani, che possono essere visti sia come lupi intrusi, sia come preda, è importante tenerli al guinzaglio; è consigliato anche fare un po’ di rumore durante le passeggiate serali per ridurre al minimo gli incontri ravvicinati, poiché i lupi tendono ad allontanarsi quando percepiscono la presenza umana. Va ricordato che i lupi non attaccano l’uomo, ma sono animali selvatici e come tali vanno trattati, mantenendo le distanze. Non vanno mai avvicinati, nemmeno se feriti, né alimentati intenzionalmente, poiché ciò potrebbe creare situazioni di rischio, esattamente come tutti gli altri animali selvatici. In caso di lupi particolarmente confidenti, è bene intervenire tempestivamente con dissuasione oppure abbattimento. Ma sia chiaro: l’allarmismo è il danno più grande”.