“Senza casa nè orto: mi stanno portando via anche la salute. E nessuno fa nulla”
E’ disperato e fortemente provato Oliviero Mioni, pensionato residente a Cogollo del Cengio la cui esistenza da un anno a questa parte è diventata un vero e proprio incubo senza via d’uscita. La casa avuta in eredità dopo la morte della madre, gli è stata sottratta e il campo attiguo, di cui già era proprietario, è ormai diventato off limits per le continue angherie di cui è vittima da parte del cognato e del nipote.
I fatti. Secondo quanto ricostruito dalla trasmissione di Retequattro “Fuori dal Coro” e confermato al nostro giornale dallo stesso Mioni, tutto ha inizio con la morte della madre un paio di anni fa. Il testamento lasciato dalla donna, stabilisce la suddivisione in parti uguali della proprietà immobiliare, sempre a Cogollo, tra Oliviero e le due sorelle, Raffaella e Angilena. I primi due sarebbero orientati alla vendita della casa a terzi, ma la sorella maggiore preme per entrarne in possesso. Lunghi tentativi di trovare un accordo economico sino al tilt, proprio alla fine del 2023: “Da un giorno all’altro – spiega Oliviero – le serrature di casa erano cambiate e non abbiamo avuto più accesso. Contestualmente ci siamo resi conto che dentro erano finiti mio cognato e suo figlio, senza nessun avviso né accordo”. Impossibile, da allora, stabilire un contatto con la sorella, che nel frattempo avrebbe ottenuto dal comune la residenza nella villetta, riattivando le utenze che erano prima slacciate: “Mi chiedo come il comune abbia potuto procedere così conoscendo la nostra situazione – si rammarica il pensionato – tenuto anche conto del fatto che, oltretutto, in realtà mia sorella vive addirittura in un altro paese e lì si sono stabiliti solo il marito e mio nipote”.
La denuncia alle autorità, il ricorso alle vie legali, ma finora nulla se non rabbia e frustrazione. La casa, ormai da 11 mesi, è in mani altrui e guai a parlare anche solo di affitto. Ma non è tutto. Oliviero è anche proprietario in via esclusiva di un cortile e di un appezzamento di terra attiguo all’immobile, ma anche quell’area è diventata ormai inaccessibile: “Pensavo di godermi la pensione andando a curare l’orto – racconta Oliviero con gli occhi lucidi – ma è diventato un inferno. Cognato e nipote mi sorvegliano a vista, escono e mi insultano per tutto il tempo, recano danni ai serbatoi d’acqua e l’altro giorno mi hanno persino tagliato le gomme della moto con la quale ero andato lì. Spesso chiamano anche i Carabinieri dicendo che si sentono minacciati dalla mia presenza. Oltre il danno, una beffa colossale. E loro se la ridono di me e delle forze dell’ordine, spiandoci attraverso la telecamera installata fuori casa e che punta proprio sul mio terreno”.
Una faccenda ingarbugliata e senza apparente soluzione, dove le continue provocazioni a Oliviero Mioni – questo il pensiero dei legali di parte – sono probabilmente funzionali alla possibilità di addebitargli accuse e nuovi guai con la giustizia. Una strategia architettata per stancare lui, come la sorella più giovane, ormai già arresasi all’assurda realtà: “Io non ce la faccio più, mia moglie e mia figlia mi supportano – si sfoga Oliviero – ma non dormo la notte e mi sto ammalando. Di quei soldi ne ho bisogno, altrimenti ormai mi sarei già arreso, benché sia profondamente ingiusto. Rischio veramente una brutta fine. E nessuno sembra capirlo”.