Dipendente pubblico infedele: licenziata e denunciata. Casarotto: “un gran dispiacere” (VIDEO)
Una dipendente del Comune di Thiene, impiegata presso l’ufficio anagrafe, è stata licenziata senza preavviso dopo un’accurata verifica sul suo operato: avrebbe sottratto alle casse dell’ente locale cittadino una somma di 15 mila euro. Si configura quindi il reato di appropriazione indebita e, a fianco della sanzione disciplinare dell’immediata cessazione del rapporto di lavoro, sarà aperto anche un procedimento penale nei suoi confronti. La ricostruzione dei fatti avrebbe accertato che la donna si intascava parte dei diritti di segreteria dovuti dai cittadini per il rilascio dei documenti d’identità, riuscendo ad eludere i controlli del suo ufficio: manciate di euro alla volta che, moltiplicati per gli anni di lavoro nel centro storico di Thiene, le aveva permesso di accantonare illecitamente cifre considerevoli.
Rammaricato il sindaco Giovanni Casarotto: “è un dispiacere grande, siamo rammaricati dopo che si è conclusa da poco una vicenda analoga”. La condotta scorretta è venuta a galla ai primi di settembre, facendo scattare subito le verifiche interne e coinvolgendo i carabinieri per le indagini. Alla sospensione temporanea ha fatto seguito il licenziamento attuato lo scorso 9 ottobre 2019. “Dopo la recente vicenda verificatasi ai Tributi – continua il primo cittadino di Thiene – il controllo sulle procedure comunali è stato intensificato. E’ stato così, purtroppo, intercettato un altro caso di infedeltà. Questa è la dimostrazione che abbiamo gli anticorpi per scoprire chi sbaglia, ma nello stesso tempo rinnoviamo la nostra piena fiducia ai tanti lavoratori onesti che collaborano con le attività del Comune”.
In questo caso la condotta infedele si è verificata nel settore dei Servizi alla Popolazione, sportello frequentato assiduamente dai thienesi, ovviamente ignari che parte degli euro richiesti per ottenere dei documenti finissero nelle tasche della dipendente per nulla ligia al proprio dovere e al codice di comportamento. La donna era stata assunta nel 2010, ma l’astuta pratica truffaldina sarebbe stata messa in atto negli ultimi 3 o al massimo 4 anni, fino alla scorsa estate. Va precisato, come si esplicita nella nota diffusa oggi dal Comune, che il danno patito in questo arco di tempo riguarda solo le casse comunali, in nessun il cittadino. A differenza del caso precedente, in cui l’impiegato già condannato con la formula del patteggiamento costrinse gli utenti a doppi pagamenti di imposte, poi risarciti.