Gatti spariti e nodi scorsoi per difendersi da intrusioni di animali: denunciata una guardia venatoria
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Verso la fine del 2024 erano aumentate nella zona di Thiene le sparizioni di gatti. Ora l’indagine delle guardie zoofile vicentina dell’Enpa avviate per venire a capo di quelle scomparse hanno portato alla denuncia di un cacciatore e guardia venatoria per l’uso di trappole vietate
Le verifiche seguite alle segnalazioni di scomparsa dei mici hanno portato infatti all’individuazione di un sito recintato all’interno del quale si trovavano un centinaio di animali da cortile. Qui, inserite nella recinzione in rete metallica, le guardie zoofile con stupore hanno rinvenuto ben quattro trappole: si trattava di lacci realizzati in acciaio inox, dello spessore di circa tre millimetri.
Il proprietario del terreno, cacciatore di lungo corso che si è qualificato anche come guardia venatoria di un’associazione di cacciatori, alla contestazione degli ispettori Enpa avrebbe obiettato che a posizionare le trappole scorsoie sarebbe stato un conoscente a sua insaputa, del quale non sapeva però il nome. Le trappole erano però state posizionate dall’interno della proprietà e la rete alta un metro e ottanta non potevae essere scavalcata. Inoltre tutti gli ingressi all’abitazione erano controllati da telecamere di videosorveglianza.
Data la reticenza del cacciatore-guardiacaccia e il suo tentativo di scaricare le responsabilità su una persona immaginario, non è stato possibile risalire a quanti animali sarebbero stati catturati in un anno con i micidiali lacci a nodo scorsoio, denominati anche “dell’impiccato” in quanto uccidono gli animali che muoiono tra atroci sofferenze.
Gli animali da cortile di proprietà del cacciatore, infatti, attirano tantissimi animali, in primis i topi naturalmente per la presenza delle granaglie, di conseguenza altri predatori, come ad esempio gatti, tassi, volpi o cani. I fori praticati nella rete erano infatti di dimensioni tali da catturare animali di taglia medio-piccola e molti possono essere finiti nelle trappole e morti impiccati o di stenti. Ora l’uomo è stato denunciato penalmente alla Procura della Repubblica di Vicenza per avere violato la norma della legge sulla caccia che indica le trappole vietate.
“La piaga dei lacci sta dilagando – commenta Renzo Rizzi, ispettore dell’Enpa -: ne vengono trovati a decine, con segnalazioni a Schio, Trissino, Sovizzo Valdagno, Carrè, Altissimo, Breganze e Thiene, e non mancano neanche nei Colli Berici, nella zona di Mossano e Nanto, dove i bracconieri hanno ‘lottizzato’ il territorio collinare. Ovviamente queste informazioni derivano da lacci rinvenuti su segnalazione, o da animali trovati vaganti, feriti con il cappio stretto intorno al collo o alla vita, o morti: si tratta quindi solo della classica punta dell’iceberg di una situazione oramai fuori controllo”.
La polemica: il ruolo di “agenti” dei cacciatori
“Come sappiamo – sottolinea ancora Rizzi – le polizie provinciali hanno perso oramai totalmente il loro status di guardiacaccia e ora gli agenti vengono impiegati principalmente per abbattere animali selvatici ritenuti in eccesso, o per seguire la filiera della carne dei selvatici abbattuti. I carabinieri forestali hanno poi tanti altri incarichi, ma allora chi tutela la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato e fa rispettare le leggi in materia? La Regione ha deciso che siano i cacciatori a prendersi in carico questa attività prevista dalla legge, finanziando con centinaia di migliaia di euro la preparazione di questi ‘agenti’. E’ ben conosciuta la motivazione che ha portato a questa decisione politica – polemizza l’ispettore Enpa – che naturalmente non può essere foriera di risultati sulla protezione della fauna selvatica, in quanto una scelta di questo tipo si può paragonare a mettere le volpi a guardia dei pollai. Di conseguenza, come è dimostrato, i bracconieri ora sono molto più liberi di muoversi, tanto che a fine 2024 i dati aggiornati sui reati contro gli animali selvatici, compresi gli ausiliari, danno i cacciatori sempre più in vetta con il 92% mentre il 2,5% spetta a ex cacciatori e solo il 5,5% và computato a normali cittadini che non posseggono la licenza di caccia. E scusate se è poco”.