Il canto della Nina compie cent’anni: il 23 novembre un incontro per conoscerne la storia

La Nina gigante in centro a Thiene il 24 dicembre 2023

Il canto della Nina a Thiene questo natale festeggia i suoi cento anni, un appuntamento importante, che oltre alla “canta” delle Vigilia, quest’anno porta con sè anche appuntamenti di approfondimenti di questa antica  tradizione popolare.

Succederà, ad esempio, con I Sabati della storia, il ciclo di conferenze di carattere storico, organizzate in Biblioteca dal Gruppo Storico di Thiene con lo scopo di far conoscere persone, libri e avvenimenti legati al territorio.
Il primo incontro autunnale dell’edizione 2024, organizzato in collaborazione con l’Ufficio Turismo, è dedicato infatti all’approfondimento della conoscenza di questa tradizione tipicamente thienese.

Per chi vuole saperne di più, sabato 23 novembre alle ore 17.30 nella sala riunioni di Palazzo Cornaggia il professor Domenico Zamboni presenta “La Nina, storia ed evoluzione del canto tradizionale thienese”.
In occasione del centenario della prima pubblicazione del testo della Nina di Thiene (canto esistente da secoli, ma pubblicato nella versione attuale sul Bollettino Parrocchiale per la prima volta nel dicembre del 1924), il professor Zamboni accompagnerà i presenti in un percorso storico, musicologico e folkloristico della storia di questo evento che si ripete ogni anno nelle sere che precedono il Natale, tra i quartieri e il centro della città.

La serata sarà accompagnata dalla visione di altre novene natalizie, dall’ascolto di alcune registrazioni, dalla proiezione di immagini d’epoca. Inoltre, durante l’incontro, sarà rinnovato l’invito rivolto alla cittadinanza per la raccolta di testimonianze storiche, materiali, ricordi e aneddoti riferiti a questo evento molto importante per Thiene e unico nel panorama italiano, affinché coloro che sono in possesso di materiali collegati al canto della Nina (come fotografie, illustrazioni, cartoline, testimonianze scritte, manifesti pubblicitari) prendano accordi con la Biblioteca Civica al fine di consentire il deposito di copia degli stessi presso l’archivio comunale della Biblioteca.

Dichiara Ludovica Sartore, assessora alle Politiche Culturali e alla Biblioteca: “La Canta della Nina è un evento davvero significativo per Thiene, una tradizione che è entrata nel patrimonio culturale della città. Ottimo il lavoro di ricerca del professor Zamboni che ci accompagna a scoprire la tradizione, la spiritualità e la fede semplice della nostra gente. Cantare la Nina significa rinnovare e mantenere vivo un elemento importante del patrimonio culturale thienese”.

“Stiamo lavorando – è il commento di Marina Maino, assessora al Turismo e all’Animazione del Centro Storico – per promuovere ancora di più questa tradizione, unica nel panorama nazionale, che rappresenta la nostra storia e la nostra cultura. Il canto della Nina nasce come annuncio di un messaggio cristiano che racchiude in sé valori condivisibili a livello universale. É un evento corale che ha sempre coinvolto tutta la città. Il nostro impegno è di rendere partecipi le giovani generazioni e le scuole perché la tradizione continui e si confermi sempre più anche un evento di forte richiamo nel territorio. Ringrazio di cuore i numerosi volontari che affrontano il freddo delle serate per rinnovare ogni anno il messaggio di speranza e di luce che la nascita del Bambinello sa sempre suscitare”.

Domenico Zamboni ha insegnato musica nella scuola media. Ha pubblicato, assieme a Modesto Brian, alcuni lavori sulle tradizioni di Natale, sulle danze popolari, sul Carnevale e sui canti della Grande Guerra. I suoi scritti sono frutto di approfondite ricerche storiche effettuate sul campo. Inoltre, le ricerche d’archivio sulle tradizioni musicali ed etnografiche hanno dato luogo alla pubblicazione del volume “Crimini a suono di in violino. Storie di musica popolare in una provincia veneta” (2019). Da tempo si occupa anche della Nina, cercando informazioni e testimonianze che possano fare luce sulla sua origine (ancora avvolta nel mistero), sulle modalità di trasmissione e di esecuzione nei tempi passati, recuperando il significato profondo di questa tradizione e per affidarla alle generazioni future. L’ingresso è libero.