La trappola tesa all’ex compagno di scuola per derubarlo gli costa il carcere 8 mesi dopo
Aveva architettato un tranello all’ex compagno di scuola delle elementari, con l’aiuto di due amiche di fatto complici del reato commesso (una è minorenne), arrivando a minacciarlo di morte dopo averlo derubato del contenuto di un marsupio. I fatti risalgono allo scorso mese di novembre 2021 ma è scattata solo martedì l’ordinanza di arresto e conduzione in carcere per Nizar Lemma, di fatto già “dentro e fuori” la prigione per altri reati commessi in tempi recenti nell’Altovicentino.
Con la complicità in particolare di una 17enne di Piovene Rocchette, il volto già noto alle forze dell’ordine nonostante la giovane età aveva teso una trappola alla vittima, attraverso una chat social utilizzata da una ragazza per carpire la fiducia di un giovane thienese e lusingarlo ad un incontro dal vivo.
Dopo aver fissato un appuntamento al Santuario della Madonna dell’Olmo nel quartiere dei Cappuccini, era il 25 novembre scorso, il ragazzo di 19 anni si era trovato la sorpresa di trovarsi di fronte prima una coetanea (sua ex compagna alle scuole superiori) che nulla centrava con l’incontro e poi un giovane giunto in bicicletta e con il volto travisato da una fascia scaldacollo, poi riconosciuto nell’ex compagno di classe, da bambini in questo caso, alla primarie. Qui il momento più concitato della vicenda, con il malvivente nato nel 2002 (20 anni già compiuti) a estrarre da una tasca un coltello e minacciare il 19enne di morte, dopo che questi lo aveva chiamato per nome riconoscendone la voce e i tratti del viso.
Nel contempo cercando di arraffare il borsello contenente portafoglio e telefono. Dopo una breve colluttazione il thienese preso di mira era riuscito a fuggire, mettendosi in salvo e recandosi coraggiosamente in caserma dei carabinieri a Thiene per raccontare l’accaduto, presentando in seguito una denuncia formale. I militari hanno quindi avviato le indagini, rendendosi subito conto che il coetaneo della vittima, già sotto processo, doveva in quei minuti trovarsi nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari. Per compiere un nuovo reato, insomma, era “evaso” aggiungendo due capitoli al suo curriculum fuori dai ranghi di giustizia.
Al vaglio la posizione della minore di Piovene, identificata e a tutti gli effetti accusata di concorso in tentata rapina. La sua posizione dovrebbe finire su un tavolo di un giudice del Tribunale dei Minori di Venezia per la valutazione.