Lotta ai piccioni con i rapaci sul cielo di Thiene. Il primo test è ok
Dopo gli scarsi risultati ottenuti col falco elettronico, a mettere in fuga dal centro storico di Thiene i piccioni ora ci provano i falchi, quelli veri. Venerdì scorso fra le 6 e le 8 di mattina infatti, due rapaci addestrati sono stati liberati nel cielo sopra piazza Chilesotti e vie limitrofe: l’obiettivo era quello di spaventare ed allontanare i colombi che sono ormai abitudinari in città. L’amministrazione comunale ha infatti accolto la proposta avanzata dal presidente del Comitato di Quartiere Centro, Alberto Vecelli, di ricorrere al sorvolo di falchi per verificare, per ora in via sperimentale, l’efficacia di questo metodo di disturbo ed allontanamento delle colonie di colombi.
A librarsi sui cieli di Thiene, un bianco girfalco sacro di un anno e una imponente pojana americana di 16 anni. Il sorvolo è iniziato di primissimo mattino da una terrazza di un edificio del centro, alla presenza di due falconieri in possesso della qualifica professionale e delle prescritte autorizzazioni di legge. Sul posto, anche lo stesso Vecelli e l’assessore Alberto Samperi. Positivo l’esito della sperimentazione: in pochi minuti di volo sul centro città i due rapaci ha costretto i piccioni a girare al largo. I due rapaci hanno volato fino a villa Fabris e in parte di corso Garibaldi, costringendo lo stormo di colombi prima a ripararsi su una grondaia del centro, e poi a fuggire verso Zanè, su indicazione del piccione pilota (quello che dà indacazioni a tutta la flotta).
“Abbiamo accolto con favore e interesse questa sperimentazione che si aggiunge ad un nostro impegno costante sul tema – commenta Andrea Zorzan, assessore all’ecologia -. Speriamo di avere successo e di sfruttare al massimo questa opportunità”. Questi rapaci non risultano pericolosi per persone ed animali domestici e trattandosi di “protocollo non cruento” non effettua alcuna predazione. L’esperimento non è quindi assimilabile ad un’azione di caccia perché il falco, come ci tiene a spiegare il Comitato, è addestrato esclusivamente a rincorrere e a spaventare, non a catturare. Ora seguirà una precisa valutazione dei primi effetti; un secondo sorvolo, a fine agosto, servirà per focalizzare meglio l’area di intervento e scandagliare meglio i punti critici.”Per fine settembre abbiamo in mente anche un’altra azione che potrebbe essere risolutiva, ma per il momento non posso anticipare nulla” spiega Vecelli, che sottolinea però l’importanza per i cittadini di non agire su questo problema per conto proprio. “I piccioni – spiega infatti – sono stati fatti oggetto di tiro al bersaglio con fionde e bastoni. Qualcuno ha anche tentato di avvelenarli. Azioni che vanno sanzionate anche perchè poi questi animali vanno a morire al altri luoghi, portando sporcizia e malattie. Quello che possono e devo fare i cittadini è invece dotare le proprie case e immobili di dissuasori che ne impediscano l’appoggio”.
L’ultimo censimento dei piccioni in città è del 2005, quando ne erano stati contati circa 500. L’impressione è che ora siano anche di più. Quello della presenza dei colombi in centro storico è però un annoso problema che assilla non solo Thiene ma tutti i centri urbani. Per contrastare il fenomeno, il Comune negli anni ha percorso diverse strade, più o meno efficaci, dall’installazione di dissuasori fisici su poggioli e davanzali di edifici pubblici agli ultrasuoni, dal concime anticoncezionale (che però portò a problemi intestinali e alla morte di numerosi volatili) al grido in filodiffusione del falco elettronico, dedicando alla materia un intero articolo, il 27, del Regolamento Comunale di Polizia Urbana che disciplina gli obblighi e i divieti per i cittadini: obbligo di provvedere alla chiusura di tutti i siti di accesso alle stanze, soffitti ed abbaini di immobili di proprietà in stato di abbandono o sfitti da lungo tempo, utilizzabili dai colombi per nidificare; obbligo di pulire il guano depositato nelle pertinenze dell’edificio; divieto di somministrare cibo ai colombi sia direttamente che indirettamente, con l’abbandono volontario in siti da loro accessibili. Comportamenti, questi, tutti soggetti a sanzione amministrativa pecuniaria e obbligo di messa in pristino dei luoghi.