Mezzi pubblici e disservizi: disavventura per il runner in carrozzina Federico Rossi
Deve prendere l’autobus da Thiene a Schio per tornare a casa, ma l’autobus non passa. O meglio passa in anticipo rispetto all’orario previsto e così resta al freddo davanti alla stazione, la sera tardi. È quanto è successo ieri sera 6 dicembre allo scledense Federico Rossi, runner in carrozzina (tra gli atleti con disabilità più affermati della Federazione Italiana di Atletica Leggera) e grande appassionato di musica country. Volto noto nell’Alto Vicentino, Federico avrebbe dovuto prendere il bus delle 22:05 (in sostituzione del treno Thiene-Schio della stessa ora) ma alla fine è stato costretto a chiamare un taxi. “Sono arrivato alla fermata alle 21.57, in perfetto orario – racconta -. Ho aspettato invano fino alle 22.50, contattando tutti i numeri utili senza però ricevere risposta o informazioni in merito. Alla fine ho deciso di tornare a casa in un’altra maniera”.
Mentre attendeva un bus che non sarebbe mai arrivato, però, Federico ha deciso di girare un video e di postarlo sul suo profilo Facebook denunciando il disservizio. “L’ho fatto perché quello che è successo a me poteva capitare a chiunque. Credo sia doveroso segnalare ciò che non va – continua – Sarei potuto tornare a casa tranquillamente con le mie braccia spingendo le ruote della carrozzina perché il mio fisico è ben allenato. Mentre aspettavo è passata più di qualche macchina con persone che conosco che mi hanno offerto un passaggio, ma ho rifiutato per una questione di principio. Ritengo doveroso che venga rispettato un servizio pubblico che viene offerto. Io sarei potuto tornare a casa tranquillamente da solo, ma qualcun altro sarebbe stato in grado di poter fare lo stesso? Probabilmente no”.
Sul perché l’autobus – che è un servizio di Trenitalia – non sia passato Federico ha ricevuto spiegazioni stamattina: “Contrariamente a quanto pensavo il servizio non è in capo a Svt, ma a Bristol Autoservizi. Mi hanno detto che l’autista probabilmente è arrivato in anticipo alla fermata e non vedendo nessuno ha tirato dritto. Si sono scusati per l’accaduto e mi hanno assicurato il rimborso di quanto speso per il taxi – prosegue -. La mia intenzione non è quella di creare polemica, ma di far in modo che le cose migliorino. Se nessuno non dice niente, non cambia mai niente. Qui c’entra la poca attenzione dimostrata nel garantire adeguatamente quanto viene offerto. Se la partenza di un bus è prevista alle 22.05 fino a quel momento il bus non deve partire”.
Oltre a quest’episodio, però, Federico vuole mettere in luce anche un’altra questione che riguarda l’accessibilità dei mezzi pubblici. “Come immaginavo, stamattina mi è stato confermato che l’autobus che mi avrebbe dovuto portare a casa non è adatto a far salire persone con disabilità – dice -. Mi hanno detto che per la corsa delle 22.05 (tratta Vicenza – Schio) viene impiegato un mezzo turistico che assicura una maggiore capienza. Ma che non è accessibile a tutti. Mi sembra una cosa allucinante e ho deciso di andare a fondo alla questione. Non chiediamoci, poi, perché sempre meno persone usufruiscono del trasporto pubblico. Ripeto: io sarei riuscito a prendere quel bus, ma non tutti avrebbero potuto farlo. Alla fine si parla tanto di accessibilità, ma si fa poco”.