Idrocarburi, mercurio e metalli pesanti: sequestrate aree contaminate alla Safond
Gestione di rifiuti non autorizzata e inquinamento ambientale: sono questi i due reati che hanno portato al sequestro preventivo, stamattina, da parte dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, di due aree incluse nello spazio di proprietà della Safond Martini srl di via Terraglioni a Montecchio Precalcino, che esercita attività di recupero per il riciclaggio di rifiuti solidi e biomasse. Le due aree sequestrate hanno rispettivamente, una superficie di 106 e 50 mila metri quadrati.
In particolare, a seguito di specifiche investigazioni di polizia economico-finanziaria, svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, con la direzione dell’autorità giudiziaria berica, è emerso che l’area da 106 metri quadrati sarebbe contaminata da idrocarburi e mercurio, sopra la soglia di tolleranza, in zone confinate e limitate, mentre nell’altra area vi sarebbero superamenti delle “concentrazioni soglia di contaminazione” (Csc), in superfici estese e con volumetria rilevante, per effetto della presenza di metalli pesanti (cromo, nichel, piombo, cadmio e zinco), idrocarburi totali ed idrocarburi policiclici ed aromatici. Molto probabilmente, si tratta di scorie di fonderia.
Le indagini dei finanzieri del comandante Crescenzo Sciaraffa sono nate nell’ambito di un’altra attività in materia di contrasto a reati societari e fallimentari, che riguarda la stessa azienda. In sostanza la Safond hanno realizzato una vera e propria discarica di rifiuti speciali pericolosi in assenza delle prescritte autorizzazioni, che poteva di compromettere o deteriorare in modo significativo porzioni estese del suolo e del sottosuolo. Al momento, per i fatti rilevati risultano indagati l’amministratore delegato con deleghe ambientali pro-tempore e l’attuale amministratore dell’azienda: rispettivamente il 60enne Enrico Barbarese, di Campiglia Marittima (in provincia di Livorno) ed il 44enne Andrea Dalle Rive, residente a Marano Vicentino.
Il provvedimento di sequestro preventivo delle aree in questione, emesso dal giudice per le indagini preliminari ed eseguito dalle fiamme gialle, è dunque “finalizzato a fronteggiare il pericolo di aggravamento e di protrazione delle conseguenze del reato“. A tale misura farà immediatamente seguito l’esecuzione di specifici accertamenti da parte di periti nelle aree sequestrate, a cura di consulenti tecnici nominati dalla Procura della Repubblica di Vicenza. Lo scopo è verificare lo stato ed il livello dell’inquinamento, nonché ad accertarne le cause, collocandole nel tempo, in modo da poter procedere alla bonifica.