L’addio a Eva: “Il mondo ha perso una persona che lo rendeva un posto migliore”
Un cuscino di girasoli della sua famiglia e una sua foto che la rappresenta esattamente come Eva Valerio era: libera. Con i capelli spettinati, immersa nella luce e in un paesaggio mozzafiato.
Era gremita all’inverosimile questo pomeriggio la chiesa di Levà di Montecchio Precalcino per dare l’ultimo saluto a questa ragazza di trent’anni, trovata morta sulla costa del Marocco meridionale lo scorso 5 gennaio, in circostanze non ancora chiare ma sulle cui cause gli inquirenti marocchini, dopo l’autopsia, hanno messo la parola fine dichiarando che si è trattato di un annegamento a cui tante persone che le volevano bene ancora stentano a credere. Il suo corpo era stato trovato senza vita sulla spiaggia di Dakhla, nel Sahara Occidentale, a 36 ore dalla sua scomparsa.
Oggi a Levà si sono ritrovati, per salutarla commossi un’ultima volta, i suoi “mondi”: i genitori (con i rispettivi compagni), l’amata sorella Stella, i parenti, gli amici d’infanzia e quelli di Vicenza, dove era molto conosciuta. Almeno 500 persone, che hanno riempito la chiesa e il piazzale.
Lo spirito che animava Eva è emerso nelle parole del parroco don Lino Bedin, che ne ha tracciato un ritratto delicato e di ampio respiro. “Eva – ha detto – cercava il bello, soprattutto la bellezza manifesta della natura, che traduceva grazie al suo spirito artistico. “Ma nonostante la scuola orafa, Eva non era tipo da fabbrica e le cose belle che realizzava, preferiva regalarle agli amici. Il suo sogno era conoscere il mondo, viaggiare con uno spirito libero per cercare non solo visioni di bellezza ma anche il contatto con le persone e con il buono che c’è in ciascuno: cercava l’incontro col bello e col buono“.
Seguendo quanto gli avevano raccontato i genitori, don Lino ha ricordato come la sua esplorazione del Nord Africa l’avesse portata ad insegnare italiano ai bimbi e agli adulti di un villaggio e a lavorare in uno chalet sulle Alpi francesi, per realizzare il suo sogno: aprire un proprio bed&breakfast proprio in Marocco, dove dare ospitalità ad altri viaggiatori appassionati come lei. “Eva sapeva farsi voler bene – ha aggiunto don Lino – e non riusciva a stare ferma. La sua famiglia ha appoggiato questo suo desiderio, ma la sua ricerca del bello, le sue passioni e i suoi sogni si sono infranti a Dakhla”.
“Sognavi un mondo senza frontiere – ha ricordato a nome dei familiari la cugina – dove non ci fossero divisioni tra i popoli, amavi la forma a cuore e la cercavi nella natura: eri alla costante ricerca della bellezza”. “Eri una forza della natura e sorridevi di chi cercava di trattenerti. Il mondo ha perso una persona che lo rendeva un posto migliore. Lasci un vuoto immenso” ha detto fra le lacrime, alla fine della cerimonia, un’amica.