Torna a casa la salma di Eva Valerio. Famiglia ed amici si preparano per l’ultimo saluto

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Tornerà molto probabilmente in patria domani la salma di Eva Valerio, la trentenne di Montecchio Precalcino trovata morta su una spiaggia nel sud del Marocco lo scorso 5 gennaio, a distanza di 36 ore dalla sua sparizione. Il funerale si terrà probabilmente nei primi giorni della prossima settimana nella chiesa della frazione di Levà.

I genitori – Luigi Valerio e Nadia Cazzola – erano volati nel paese maghrebino venerdì scorso e son rientrati lunedì in tarda serata, portando con sé gli effetti personali della figlia, che son stati loro consegnati dallo stesso giovane marocchino con cui la ragazza stava trascorrendo la sua vacanza: lo stesso ragazzo che per primo ha dato l’allarme e anche la persona che a lungo è stata trattenuta ed interrogata dalla gendarmeria per far luce sulla tragica fine della giovane vicentina. Il giovane alla fine è stato però rilasciato dalle autorità marocchine, dato anche il fatto che l’autopsia avrebbe confermato la morte per annegamento.

Foto tratta da elaph.com

Ora lo zaino di Eva, con i suoi effetti personali (compresa la chiavetta usb con tutte le sue amate foto, fatte durante il viaggio di due mesi che stava per concludere) giace nella cucina della casa in cui è cresciuta, e dove sarebbe tornata lo scorso 11 gennaio, di ritorno da questa vacanza di due mesi nel paese africano, arrivata alla fine della stagione lavorativa in un rifugio sulle montagne francesi.

Il padre e la madre di Eva durante tutto il tempo del loro soggiorno son stati assistiti dal personale del Ministero degli Esteri: hanno potuto vedere il corpo della figlia all’ospedale di Agadir, dove si è svolta l’autopsia, effettuata da ben tre medici legali proprio per fugare ogni dubbio. Sul corpo, infatti, nessun segno di violenza, solo una ferita all’altezza dell’occhio, compatibile con l’azione di qualche uccello marino, e un morso sulla lingua, compatibile – per i medici – con le conseguenze dell’annegamento. Per gli esami tossicologici, invece, serviranno alcune settimane.

Su cosa sia successo alla giovane turista vicentina, nelle 36 ore di “buco nero” fra la scomparsa e il ritrovamento, rimangono tante domande che probabilmente non troveranno mai risposta. Il corpo è stato ritrovato la mattina di domenica 5 gennaio sulla battigia della spiaggia di Boutalha, a nord di Daklha: una zona del Sahara Occidentale desertica a ridosso dell’oceano Atlantico, costituita da una laguna e dune frequentate da surfisti e kitesurfuisti ma ancora poco aperta al turismo. Una zona noin particolarmente sicura, specie per una donna se si sposta da sola.

Eva – molto conosciuta a Vicenza per aver lavorato a lungo nei bar Sartea e Astra – secondo quanto riportato dai giornali locali, venerdì pomeriggio avrebbe avuto un diverbio con il suo amico e per “sbollire” avrebbe deciso di andare a farsi un giro con il cane. Secondo alcune testimonianze, insieme ai due ci sarebbe stato un turista tedesco, proprietario del camper dove erano ospitati e lo scontro sarebbe avvenuto proprio con quest’uomo, per motivi futili. La giovane sarebbe quindi uscita, lasciando i documenti nel camper.

A distanza di qualche ora, il cane avrebbe fatto ritorno alla “base” da solo e tutto bagnato. Non vedendola rientrare, il giovane marocchino sabato mattina avrebbe lanciato l’allarme sulla sua scomparsa. Per cercarla le autorità hanno sorvolato in aereo le zone del litorale e sono stati affissi volantini. Domenica mattina il tragico ritrovo del suo corpo esanime – vestita e con le scarpe – sulla spiaggia: una delle ipotesi della polizia è che Eva possa essere annegata a causa delle risacche che si formano in quel punto di costa.

Grande appassionata di viaggi e di fotografia, con uno spirito sempre teso alla conoscenza e all’esplorazione, Eva era molto conosciuta e la sua scomparsa ha lasciato attonito tutto il vicentino. La scorsa settimana, un’affollata celebrazione religiosa è stato il primo momento per stringersi attorno alla famiglia, nella stessa chiesa – quella del Santissimo Redentore a Levà – dove fra qualche giorno le verrà dato l’ultimo saluto.