Oggi commosso addio a “Beta” nella sua Ca’ Pajella, dopo il malore fatale. Aveva 46 anni
Una notizia che ha rammaricato tutta la città di Thiene e i tanti amici di Paolo Berton, ma soprattutto chi abita e “vive” il quartiere Ca’ Pajella, dove “Beta” – questo il nomignolo con cui era conosciuto un po’ da tutti il 46enne – era cresciuto. E dove costituiva una presenza fissa al di fuori dell’orario di lavoro e del tempo rigenerante che dedicava a “governare” una seconda dimora e l’orto adiacente.
Fino allo scorso week end, e più precisamente a sabato, quando una morte improvvisa lo ha colto di sorpresa, senza aver la possibilità di chiedere aiuto, mentre si trovava da solo a San Giorgio di Perlena proprio nell’alloggio e nell’appezzamento di terra che curava in prima persona. A trovarlo già senza vita in quel luogo, purtroppo, è stato il cognato, dopo che i familiari di Paolo si erano preoccupati nel non vederlo rincasare a Thiene nel consueto orario, senza riuscire a raggiungerlo al telefono.
Era un abitudinario riconosciuto il 46enne, sul piano professionale diplomato perito tecnico e disegnatore alla Magnabosco srl di Zugliano, dove lavorava da parecchi anni. Società in lutto da lunedì, quando la notizia della perdita del collega ha portato profonda tristezza nella sede aziendale. Le consuetudini fisse dell’oggi compianto thienese costituiscono il primo motivo per cui la sorella Carla e il padre Dino avevano presagito che qualcosa di grave fosse accaduto, sabato scorso, trovando poi l’inesorabile conferma di questi timori dopo i vani tentativi di soccorso. E ricadendo in un nuovo dolore, a distanza di pochi mesi, visto il lutto recente patito la scorsa estate in seguito all’addio della madre di Paolo.
La Procura di Vicenza, informata della disgrazia, ha ritenuto di non disporre accertamenti autoptici sulla salma, consentendo così ai familiari di organizzare il momento del commiato pubblico. Paolo Berton sarebbe deceduto per cause naturali, in seguito a un fatale arresto cardiocircolatorio constatato dal medico legale. La cerchia degli amici più affini assicura che l’uomo godesse di buona salute, senza alcuna avvisaglia recente che potesse far sorgere preoccupazioni di sorta. Un fulmine a ciel sereno, insomma, in un sabato mattina come tanti in cui il 46enne si stava dedicando come sempre a piccoli lavori nella frazione di Fara.
Ragazzo espansivo e della battuta ironica pronta, Paolo ha lasciato attoniti per la disgrazia accaduta quegli amici che in questi giorni si sono stretti intorno al padre, con cui la vittima del malore conviveva e supportava da figlio responsabile, e inoltre alla sorella e alle due nipoti rimaste di colpo senza il loro adorato zio. “Oggi è impossibile da accettare – ci confida uno dei più cari amici – come è difficile credere di non vederlo più entrare dalla porta nel bar nostro ritrovo in Ca’ Pajella in piazzale Giotto. Paolo stava bene, da lui mai sentito un lamento e conduceva una vita tutt’altro che sregolata, noi amici siamo distrutti”.
Ieri sera in San Sebastiano si è celebrata la commossa e partecipata veglia di preghiera, a cui seguirà, oggi alle 15, l’ultimo passo per accompagnare in cielo l’anima di “Beta’ con la presenza silenziosa di quanti gli volevano bene. “Come un raggio di sole hai donato gioia a tutti noi. Ti ricordiamo sempre con il tuo sorriso, il tuo coraggio, la tua voglia di vivere”, questa la frase scelta dai congiunti nell’annuncio.