A31 Nord, la Cassazione boccia il tratto veneto. Esultano i comitati, contrariata Confindustria
Una “pietra tombale” sul prolungamento veneto dell’autostrada A31 Nord, che doveva collegare il casello di Piovene Rocchette con Casotto di Pedemonte. E’ quello messo ieri nero su bianco dalla Corte di Cassazione, che ha confermato con la sua sentenza che la scelta di realizzare «soltanto» il progetto del primo lotto dell’A31 Valdastico Nord è «illogico e incongruente».
La Cassazione ha così confermato la sentenza del Consiglio di Stato del 2019, in cui si riteneva «irrazionale» la costruzione del solo collegamento nel Vicentino Piovene Rocchette-Valle dell’Astico.
A cantare vittoria, è in primis il Comune trentino di Besenello, interessato dall’opera e autore dei ricorsi: «È una grande soddisfazione, ma non bisogna abbassare la guardia fin quando non ci sarà l’archiviazione di tutto il progetto» ha commentato la vicesindaca Roberta Rosi. La Valdastico Nord, insomma, per i giudici di Cassazione, non è un’opera divisibile in lotti e necessita di un progetto unitario, che includa sia il tratto vicentino che quello trentino.
In merito, si è fatta sentire oggi con una nota Confindustria Vicenza, che per voce dell Vicepresidente con delega alle Strategie del Territorio Gaetano Marangoni: «A malincuore dobbiamo osservare come anche qui a Nordest abbiamo potuto “apprezzare” la distanza siderale esistente tra la politica e il mondo del lavoro. Abbiamo sperato che, su questo progetto, il territorio avrebbe risposto in maniera intelligente e pragmatica; invece semplicemente non c’è mai davvero stata una volontà politica forte, soprattutto da un lato, nei confronti del completamento di quest’opera strategica per mantenerci al centro delle catene produttive d’Europa. Solo e solamente le categorie economiche ci hanno provato, puntato e creduto fino in fondo».
«Abbiamo visto – aggiunge Marangoni – l’ennesima vittoria della burocrazia, della politica del “non fare”, dei professionisti del mantenimento rigido dello status quo; mentre il mondo, invece, continua ad andare avanti. Tutto questo è degno di quanto la classe politica ha dimostrato di valere negli ultimi tempi a livello nazionale. Oltre al fatto, che viene sempre taciuto ma che non è per nulla indifferente, che c’è un attore, la Provincia autonoma che gode di uno statuto speciale, la quale ha certamente una posizione di vantaggio strutturale e, nel 2021, incomprensibile, rispetto alla corrispondente Regione che non gode dei medesimi privilegi, nonostante un referendum pendente che quest’anno compirà 4 anni».
«Allora, al termine di questa vicenda che sicuramente resterà nelle nostre menti come un ricordo spiacevole – conclude l’esponente di Confindustria – ci domandiamo: gli anni trascorsi, i giorni e i mesi di lavoro persi, le risorse per progetti e procedure letteralmente buttati, che cosa hanno prodotto? Che il traffico di una delle aree più dinamiche d’Europa continuerà a riversarsi nella Valsugana per permettere, a qualcuno, il godimento di qualche rendita di posizione. Non vorremmo essere troppo ottimisti, come per natura siamo noi imprenditori, ma a seguito di questo stop ci attendiamo una nuova e diversa reazione da parte della politica locale, quella regionale in primis”.
Di parere diverso il Coordinamento dei comiati “No Valdastico Nord”: «A venticinque anni dall’accensione del primo baluardo del Comune di Besenello, stagliato solo contro i titani autostradali, i frutti di quel pervicace coraggio infuso nelle mani del #guerrierocontrolapirubi oggi maturano: con grande gioia e sollievo, diamo notizia della vittoria del Comune contro il ricorso in cassazione presentato dalla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova per l’annullamento della sentenza del Consiglio di Stato. In sintesi: bisogna rifare tutto. Per davvero. Brindiamo anche agli avvocati Falcon e Ferrazzi, all’avvocatessa Scafarelli, e ovviamente ai mitici Roberta Rosi e Cristian Comperini, vicesindaca e sindaco senza il costante impegno dei quali oggi staremo probabilmente vivendo emozioni molto diverse. Ma non ci fermiamo qua: forti anche della nuova mozione della SAT di Schio (Cai) contro l’Autostrada, il nostro pronunciamento è oggi più forte che mai, così come la nostra vigilanza».