Bracconieri: la polizia provinciale grazie ai volontari Federcaccia smantella un tunnel-trappola
Una sorte di “tunnel” costruito con fili in rete, nascosto nel fogliame, con chiusura a corda: è questa l’astuta trappola ideata da un bracconiere nel territorio montano di Posina per catturare uccelli da rivendere probabilmente poi come richiami vivi. La segnalazione era arrivata nei giorni scorsi alla Polizia Provinciale di Vicenza da parte proprio dei volontari dell’Associazione Federcaccia, in servizio di vigilanza sulle zone prealpine delle Piccole Dolomiti sotto il coordinamento della polizia provinciale stessa.
Nel dettaglio, in un terreno recintato le guardie volontarie avevano trovato la struttura plastificata di colore nero di lunghezza pari a sette metri, largo due e alto altrettanti. Una trappola in piena regola, non consentita dalle leggi che tutelano la fauna locale e regolano le attività venatorie e il commercio di uccelli da richiamo, del valore di mercato di 100/150 euro ciascuno. A finire nei guai è ora un 82enne vicentino, pensionato, che non ha potuto che ammettere le proprie responsabilità in merito.
Per G.D.P. classe 1941, proprietario del terreno, in arrivo una multa da 412 euro e almeno una denuncia penale in attesa di accertamenti. Durante la perquisizione all’interno della capanna abusiva in assi di legno sono state rinvenute anche 4 trappole a scatto in rete per la cattura di avifauna, di cui non è consentita nemmeno la detenzione. Uno dei due lati lunghi della rete comportava una specie di cerniera con chiusura scorrevole che si azionava attraverso una corda azionata da sgabuzzino in legno distante circa 10 metri. Dall’interno della costruzione, attraverso uno spioncino installato ad arte, a tutti gli effetti era possibile osservare comodamente da seduti quando gli uccellini entravano nel “tranello artificiale”, per poi ingabbiarli.
Per favorire l’opera illecita, inoltre, al fine di agevolare le catture di volatili di specie anche protette, si trovavano al momento del blitz ispettivo due uccelli da richiamo, vale a dire un merlo e una cesena, entrambi chiusi in gabbia. Quest’ultima, in condizioni di salute precarie, è stata affidata al centro di recupero di Arcugnano sui Colli Berici. Inoltre nella parte superiore erano stati affissi numerosi grappoli di bacche di sorbo e di uva, alimenti atti a “ingolosire”, soprattutto nei mesi freddi, i “target” della trappola allestita da un residente del paese montano.
“La sinergia della nostra Polizia con i volontari è fondamentale – commenta il consigliere provinciale con delega alla Polizia Provinciale Mattia Veronese – abbiamo pochi agenti a fronte di un territorio molto esteso da presidiare, per questo è importante poter contare sull’aiuto di volontari formati ed esperti, che conoscono bene il mondo venatorio. Sono i cacciatori stessi a promuovere maggiori controlli, nella consapevolezza che il rispetto delle regole sia fondamentale per mantenere l’equilibrio delle varie specie nel territorio” .