Raid Roma-Tokyo: per il centenario studenti in volo. Frecce Tricolori sui cieli thienesi?
Le Frecce Tricolori potrebbe tornare ad esibirsi sui cieli di Thiene per onorare Arturo Ferrarin a cento anni dall’anniversario del suo raid Roma-Tokyo. E’ questa la sorpresa più grande che potrebbero portare i festeggiamenti per il centenario dell’impresa dell’aviatore thienese. La pattuglia acrobatica dell’Aeronautica Militare tornerebbe cosi nell’Alto Vicentino a 25 anni dall’ultima esibizione, avvenuta in una memorabile domenica del 1995.
Ad annunciare quella che è una proposta già in cantiere e con contatti avviati (la cui conferma definitiva arriverà nel marzo del prossimo anno), sono stati oggi il presidente dell’Aeroporto “Arturo Ferrarin”, Giovanni Gasparotto e l’assessore thienese all’aeroporto stesso, Giampi Michelusi, presentando le iniziative previste per celebrare degnamente il centenario dell’impresa che fece la storia del volo mondiale. “La manifestazione Flighthiene 2020, che sarà l’evento conclusivo di questo centenario, si terrà il 27 settembre dell’anno prossimo e stiamo lavorando perché abbia una caratura nazionale” spiega Michelusi.
Il programma del Centenario offrirà poi un fitto calendario di iniziative a carattere storico, espositivo e rievocativo sulla figura del celebre aviatore, ma eventi sono previsti anche a Tokyo, dove la celebrazione di questo anniversario è molto sentita. Il cuore delle iniziativa a Thiene sarà ovviamente l’aeroporto che proprio all’aviatore thienese è dedicato. “Il ‘Ferrarin’ è una eccellenza a livello nazionale, che presenta un’offerta a 360 gradi in quanto a discipline e attività collegate al mondo del volo, ospitando una dozzina di associazioni. E la sua storia affonda le radici proprio nell’impresa di cento anni fa del nostro concittadino Arturo Ferrarin” spiega ancora Michelusi.
Le celebrazioni del centenario sono iniziate in questi giorni con un’altra grande iniziativa che coinvolge l’Aeronautica Militare e i ragazzi delle scuole superiori thienesi: gli studenti fra i 16 e i 20 anni in questi giorni stanno incontrando alcuni piloti militari e in 250 – sia maschi che femmine – parteciperanno dal 14 al 24 ottobre a una Scuola di cultura aeronautica, con lezioni teoriche e pratiche che culmineranno con un’attività di volo in formazione con 4-5 velivoli militari (che vestiranno una speciale livrea commemorativa): i ragazzi che alla prova teorica finale hanno ottenuto i punteggi più alti potranno sperimentare l’ebrezza del co-pilotaggio dell’aereo stesso. Il Corso è stato fortemente voluto dall’associazione Roma Tokyo Hangar Museum RTHM con il sostegno dall’amministrazione comunale e della società di gestione dell’aeroporto. I due studenti migliori l’estate prossima potranno inoltre partecipare a spese dell’Aeronautica a un corso vero e proprio di volo presso la base militare di Guidonia (Roma).
La scuola proposta dall’Aeronautica intende far conoscere il volo non solo come passione, ma anche come sbocco professionale e in chiave simbolica intende riproporre ai ragazzi l’impresa e il sogno di Ferrarin. ”All’aeroporto militare romano di Centocelle stiamo inoltre organizzando per il prossimo 14 febbraio, anniversario della partenza del raid, una serie di iniziative – spiega il maggiore Massimiliano di Trani, del 60° Stormo di Guidonia -. Venendo qui in volo, ho ripensato a quel volo di cento anni fa. Allora non avevano gps e altra strumentazione con cui affrontare le difficoltà: quanta passione e voglia di eccellere deve aver avuto Ferrarin per compiere quell’impresa?”. Entusiasmo per le iniziative di commemorazione è stata espressa a nome della famiglia anche da Valentina Ferrarin, biografa del pilota thienese e sua discendente, mentre anche l’Università di Padova ha annunciato il suo sostegno alle iniziative.
Per le celebrazioni si è attivato un vero e proprio comitato, che ha il suo fulcro proprio nell’Associazione Roma Tokyo Hangar Museum Rthm. “Unire le energie dei vari soggetti – spiega Giorgio Bonato, presidente di Rthm – è stato fondamentale, ci permetterà importanti novità legate a questo centenario”.
Nel 1920 infatti la storia del volo si arricchiva di una pagina epica scritta proprio dall’aviatore thienese e dal suo fedele motorista, Gino Capannini: a bordo di velivoli S.V.A. 9 della Regia Aeronautica, aerei in legno e tela privi di cabina chiusa, Ferrarin, assieme al tenente Guido Masiero, decollarono dall’aeroporto di Centocelle, raggiungendo Tokyo con un viaggio fortunoso di 18mila chilometri percorsi in oltre tre mesi attraverso diverse tappe. Al raid aereo Roma-Tokyo fu, per quei tempi, un’impresa eccezionale e costituì il notevole contributo dato da un pilota italiano della prima guerra mondiale al progresso del volo aereo mondiale. Oltre all’affermazione di piloti d’eccezione, come Ferrarin e Masiero, l’impresa rappresentò anche l’affermazione dell’industria aeronautica italiana, essendo il velivolo SVA ed il motore SPA di ideazione italiana, così come completamente italiani erano materiali, dalla tela delle ali all’ultimo bullone.
La storia di Arturo Ferrarin e del suo Raid
Arturo Ferrarin nasce a Thiene il 13 Febbraio 1895, da Antonio Ferrarin e Maria Ciscato, famiglia di industriali tessili. Sesto di sette fratelli, iniziò gli studi presso il Liceo classico Foscarini di Venezia e poi li completò presso l’Istituto tecnico Fusinieri di Vicenza. Prende parte alla prima guerra mondiale, prima come mitragliere nel corpo degli aviatori, poi, dall’agosto 1916 come pilota e sottotenente da caccia nella Sezione staccata per la difesa di Bergamo della 122^ squadriglia, poi nella 108^ squadriglia Nieuport di Trenno vicino a Milano e infine nella 82^ squadriglia. Per il suo coraggio, la difesa della Patria e il valore delle sue azioni è stato insignito della Medaglia d’argento al valore aeronautico.
Nel 1920 acquistò fama mondiale con il Raid Roma – Tokyo ideato da Gabriele D’Annunzio e compiuto con il tenente Guido Masiero a bordo di velivoli S.V.A. 9 della Regia Aeronautica, aerei in legno e tela privi di cabina chiusa. Parte il 14 Febbraio e impiega 109 ore di volo per percorrere 18.000 chilometri. Sono con loro i motoristi Cappannini e Maretto.
Durante la spedizione, Ferrarin fa tappa in Cina facendo scalo a Canton (21 aprile) con la città allagata per la pioggia, poi a Fuzhou (28 aprile) dove fu ospite della famiglia Theodoli, il 2 maggio arriva a Shanghai, atterrando all’ippodromo. Restò nella città per una settimana densa di festeggiamenti e ripartì quindi per Pechino dove ricevette l’onorificenza dell’ordine della Tigre.
Arriva a Tokyo il 31 Maggio 1920 dove gli fu consegnata la spada del samurai, la più alta onorificenza nipponica. Nel 1928 con il capitano Carlo del Prete, a bordo di un velivolo terrestre conquistò il primato mondiale di durata di volo in circuito chiuso (7.666 km in 58h 37 min) ed il primato di distanza senza scalo da Montecelio (Roma) a Touros (Brasile), percorrendo in 49 h e 19 m 7.188 km. Per questa impresa fu decorato di Medaglia d’oro al valore aeronautico e ricevette numerose onorificenze straniere.
Arturo Ferrarin descrisse i suoi raid nel libro Voli per il Mondo del 1929. Morì nel 1941 all’aeroporto di Guidonia, vicino a Roma, collaudando un velivolo sperimentale. È sepolto insieme alla moglie nel cimitero di Induno Olona, in provincia di Varese in Lombardia. Gli sono stati dedicati un monumento nel parco del Museo storico dell’Aereonautica militare a Vigna di Valle vicino a Roma, un busto in marmo di Adolfo Wildt, un monumento in piazza Scalcerle e la piazza del Municipio a Thiene, nonché una Scuola Media ed una Materna. La compagnia di bandiera Alitalia ha dato il nome “Arturo Ferrarin” ad uno dei suoi Boeing 767, che percorre principalmente la rotta Milano-Chicago e altre rotte. In Giappone il famoso regista Hayao Miyazaki ha realizzato nel 1992 un film d’animazione dal titolo “Porco Rosso” dove compare il personaggio dedicato ad Arturo Ferrarin.