Lavoratori in Italia ma formalmente in Slovenia: Srl restituisce all’Erario 423 mila euro
L’attività di polizia economico-finanziaria condotta dai finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Vicenza nei confronti di una Srl di Sarcedo che opera nel settore della carpenteria pesante ha consentito all’Erario di incassare la somma imponente di ben 423 mila euro.
Un incasso partito da un’indagine delle fiamme gialle della tenenza di Thiene, che avevano scoperto una complessa frode perpetrata da un’azienda operante a livello nazionale mediante l’utilizzo di un’azienda consociata che aveva sede simulata in Slovenia. L’attività aveva permesso di recuperare a tassazione un imponibile superiore a un milione di euro e di segnalare all’autorità giudiziaria il legale rappresentante della Srl per il reato previsto dall’art. 3 del Decreto Legislativo 74 del 2000 (“dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, punita con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni).
L’operazione di polizia economico-finanziaria era iniziata con una verifica fiscale nei confronti della società italiana, selezionata sulla scorta di un’attenta analisi degli alert di rischio derivanti dalle consultazioni delle banche dati in uso ai finanzieri, che avevano evidenziato anomalie di carattere finanziario, successivamente confermate.
L’articolata attività di ispezione ha permesso di accertare che la società utilizzava manodopera in Italia ma che formalmente risultata in carico alla società di diritto sloveno, un meccanismo che ha permesso di eludere la più severa e onerosa legislazione nazionale in materia di lavoro. Nell’ambito dei controlli, i militari hanno anche verificato che si utilizzava un contratto di associazione in partecipazione, con il solo scopo di mascherare i contratti di lavoro dipendente.
Il legale rappresentante della società – I. M., 44enne di Zugliano – era stato denunciato per aver utilizzato operazioni simulate al fine di indicare nelle dichiarazioni reddituali e ai fini Iva degli anni 2013, 2014 e 2015 elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, nonché elementi passivi fittizi. L’imprenditore, in particolare, ha trasferito parte del volume d’affari prodotto dalla Srl in Italia in capo alla consociata slovena, di cui era l’amministratore di fatto.
A seguito della denuncia e della contemporanea proposta di sequestro preventivo avanzata dai finanzieri di Thiene, la collaborazione con gli uffici della Procura e dell’Agenzia delle entrate ha permesso di accertare che vi erano i presupposti concreti per considerare la società slovena quale “soggetto economico esterovestito” e, quindi, di definire celermente il contenzioso in ragione dell’adesione, da parte dell’imprenditore, all’accertamento proposto dall’Agenzia, che ha consentito di rateizzare la somma di 423 mila euro.
L’intera operazione è stata sviluppata facendo leva sulle peculiari attribuzioni di polizia economico-finanziaria che l’ordinamento affida al Corpo ed è stata condotta con la trasversalità d’azione che caratterizza l’operato delle fiamme gialle: l’attività amministrativo-tributaria è stato il presupposto di una più complessa attività a carattere penale e tributario che ha portato il contribuente ad aderire alle contestazioni ricevute e a versare all’Erario quanto in precedenza dovuto, evitando così il sequestro penale dei beni.