Segnalazione all’Arpav: “Le campane disturbano”. Parrocchia costretta ad adeguarsi
“Per chi suona la campana”? A Sarcedo anche se il clima non è certo da guerra civile – come nel capolavoro di Hemingway – qualche malumore serpeggia fra i parrocchiani. Il perché è presto detto: non tutti in paese apprezzano il suono delle campane, considerato da qualcuno così invadente da rivolgersi a Comune e Arpav per chiedere il rispetto della quiete all’ombra del campanile. E scatenando così le ire dei fedeli, affezionati ai tradizionali rintocchi in Do Maggiore che scandiscono le ore, le celebrazioni o gli eventi festosi e luttuosi. Anche con veri e propri concerti.
La vicenda è iniziata in sordina un paio di mesi fa ma è esplosa sabato scorso, quando in molti alla messa prefestiva hanno trasecolato sentendo il parroco don Mariano Cocco Lasta spiegare dall’altare la situazione che si è venuta a creare. ”Quelle campane suonano troppo forte, troppo a lungo e troppo spesso. Non ce la facciamo più”. Potrebbe essere questo, infatti, in estrema sintesi il tenore della lettera spedita in Municipio da una famiglia che da poco è arrivata ad abitare a Sarcedo, proprio nei pressi del campanile della parrocchia di S. Andrea Apostolo. Il sindaco Luca Cortese, dopo essere sobbalzato sulla sedia, ha coinvolto il parroco e insieme si sono recati a casa di chi ha sollevato la questione, per un incontro informale utile per verificare direttamente l’eventuale disagio e cercare una mediazione, individuata nell’impegno del parroco a mettere mano ai concerti per ridurne l’impatto. Soluzione che però non ha soddisfatto la famiglia, tanto da scrivere nuovamente in modo ancora più deciso e circostanziato non solo al sindaco, ma pure all’Arpav.
L’agenzia regionale per l’ambiente è quindi intervenuta, chiedendo al sindaco di attivarsi affinché la parrocchia si metta in regola con il decreto emanato a febbraio di quest’anno dal Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, che regolamenta il suono delle campane.
Restaurate qualche anno fa con il contributo di tutti i parrocchiani, le sei campane di Sarcedo, frutto di una rifusione del 1960 e ciascuna, dalla più grande alla più piccola, con un proprio nome come da tradizione, fino a poche settimane fa suonavano i quarti e al cambio dell’ora, oltre che le celebrazioni e per tutti gli annunci ecclesiali di rito.
“Come Chiesa per primi dobbiamo essere aperti ad accogliere le esigenze degli altri – spiega un ecumenico don Mariano – e renderci conto che ormai viviamo in comunità dove le sensibilità sono tante e diverse”. Non senza difficoltà tecniche, il parroco grazie ad un esperto in programmazione campanaria, nell’impossibiltà di ridurre i decibel dei rintocchi,ha messo mano ai tempi e ai modi del suono campanario.
La mediazione del parroco però ha scontentato più di qualche parrocchiano. “Finora nessuno si era mai lamentato, è sufficiente l’arrivo di una persona contraria, che viene da fuori, per condizionare tutte le altre?” si domanda un sarcedense. “Abbiamo speso soldi nostri per restaurare le campane, ora dovremmo rinunciarci e cambiare le nostre abitudini?” ribatte una signora. “Io mi regolo con il suono delle campane per i miei impegni, come farò ora?” fa eco un’altra, mentre qualcuno ventila già la possibilità di una raccolta firme pro-scampanamento.
Di certo, c’è il fatto che proprio ieri la vicenda dovrebbe – forse – aver trovato il suo epilogo. Don Mariano ha comunicato infatti all’Arpav che, dopo alcuni disguidi nei giorni passati, è stata messa a punto in via definitiva la nuova programmazione. “Abbiamo completato la modifica delle suonate delle campane – spiega – restando sempre sotto i tre minuti (prima in alcune occasioni erano sei, n.d.r.). Abbiamo tolto i rintocchi del quarto e dei tre quarti d’ora. Tolto il campanone delle 7 del sabato e della domenica. Fissato il limite orario dalle 7 alle ore 21. L’Ave Maria col carillon ora suonerà solo nel mese di maggio alle ore 20, segnando l’inizio della preghiera del rosario nelle famiglie e nei capitelli”. Ottemperate quindi le richieste dell’agenzia per l’ambiente, sarà probabilmente accantonato anche il rischio di una multa.
“Ci spiace quanto successo – sottolinea il sindaco Luca Cortese – ed è la prima volta che a Sarcedo qualcuno ha da ridire su una tradizione che tutti accettano tranquillamente, ma è evidente che nel momento in cui qualcuno fa valere i propri diritti, questi vanno rispettati. Siamo accanto a don Mariano e alla parrocchia, che dopo aver fatto le proprie valutazioni si è adeguata alle richieste dell’Arpav”.