Sul post Consiglio tuona la ‘Faresin’: ‘Coerenza o agiremo nelle sedi opportune’

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Il post Consiglio Comunale di martedì scorso a Sarcedo sul progetto di ampliamento che vedrebbe la creazione di un nuovo sito produttivo su un’area di circa 46 mila metri quadrati di terreno, si arricchisce di un’ulteriore puntata. Ad intervenire, come era prevedibile, stavolta è stato il ‘convitato di pietra’, quella Faresin Industries che non ci sta a essere macinata nel tritacarne del dibattito politico e che anzi, pur con toni ancora aperti ad un dialogo puntualizza che ora pretende coerenza e segnali chiari, in assenza dei quali non sono escluse prese di posizione più pesanti.

Il comunicato dell’azienda

Questo voto, di cui vogliamo vedere l’atto depositato per decidere in quali sedi e in quali
modi muoverci, ci sorprende enormemente. Sono mesi che ci confrontiamo con
l’amministrazione per illustrare la bontà del progetto, che rappresenta un valore aggiunto per Sarcedo da tutti i punti di vista: lavorativo, sociale, ambientale. Abbiamo – e siamo pronti a lavorarci ancora – accolto richieste, fatto modifiche e, in totale trasparenza, presentato il progetto senza alcuna remora perché siamo sereni sulla sua qualità. Poi, senza alcun confronto o semplice comunicazione, arriva questo fulmine a ciel sereno. Un voto dettato evidentemente da ragioni che nulla hanno a che fare con il progetto, ma che è
solamente un inizio di schermaglie da campagna elettorale.

Siamo in un territorio in cui creare opportunità di lavoro, crescere, assumere, sviluppare
tecnologie green sono ancora, speriamo, dei valori condivisi. Invece scopriamo, dalle
dichiarazioni alla stampa, che l’Amministrazione non ritiene i propri cittadini degni di avere
un polo produttivo con tutti i crismi dell’edilizia sostenibile e che sviluppa le
tecnologie avanguardia per la transizione energetica. Un polo tecnologico che attira
giovani e lavoro di qualità sul territorio.
E tutto questo per motivi di chiusura simil-corporativa e precedenza autarchica. Una scelta
strumentale e non di merito.

Questa posizione dell’Amministrazione contro il lavoro, i lavoratori e l’occupazione ci
lascia sbalorditi. Il rischio concreto di perdere posti di lavoro non deve essere sottovalutato.
Le notizie sono di questi giorni: il Pil ha iniziato la prevista brusca frenata e le aziende
vicentine hanno subito un calo di produzione di quasi il 4% nel secondo trimestre. In questo contesto, quando ci sono imprese del territorio che riescono a creare valore qui, nell’Alto Vicentino, ed essere competitive nel mondo: una mozione di un consiglio comunale blocca gli investimenti per un polo tecnologico green perché l’azienda ha sede nel comune
confinante?
Faresin Industries ha adottato tutte le iniziative necessarie al rispetto delle condizioni
originariamente impartite dall’Amministrazione. Abbiamo fatto un cammino insieme e
condiviso sempre tutto. Da più di un anno l’azienda ha chiesto un confronto con la
comunità, promesso ancora in fase iniziale, ma questa opportunità ci è sempre stata negata.

L’azienda è sempre stata dialogante e in ascolto rispetto ad eventuali esigenze che sono
nate durante il percorso per migliorare l’intera proposta progettuale.
Nel piano industriale di Faresin Industries l’innovazione sostenibile è il motore dello
sviluppo, attraverso nuovi processi industriali e prodotti eco-compatibili. Anche il nuovo polo è stato concepito per essere ecosostenibile e integrato nel paesaggio. Oltre a questo, Faresin si è più volte impegnata con l’Amministrazione Comunale a risolvere attivamente
varie criticità ambientali all’interno del territorio comunale di Sarcedo, in particolare il
caso ben noto della cava Corsea, ex discarica.

Noi siamo disponibili a ritornare al tavolo e approntare il progetto affinché possa
accogliere le legittime esigenze dei cittadini; quindi, la nostra volontà è continuare a
dialogare con trasparenza, apertura al confronto, serietà e soprattutto sincerità. Ci
serve però un segnale concreto perché quello che è successo martedì dice esattamente il
contrario di come invece si è lavorato negli scorsi mesi. Altrimenti, per responsabilità sociale, dovremo far valere i nostri diritti in tutte le sedi che valuteremo opportune.

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